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Bandiera Bianca

Le regole della rivoluzione

Antonio Gurrado

La grande verità emersa dalle chat No vax di ieri è che, se si vuol fare la rivoluzione, è necessario ricordarsi di avvertire

Non so come usare Telegram, quindi devo fidarmi dei giornali secondo cui a un certo punto, sui canali dei no-vax, frammezzo al fallimento delle manifestazioni di ieri è circolato questo ammonimento: “Quando siete nei punti di incontro fate notare che siete lì per la protesta, altrimenti non si creerà mai una folla”. Mi ha ricordato quel che diceva Luciano De Crescenzo, santo patrono di ragione e ironia, nello spot di un suo libro: “Anche per fare la rivoluzione, che è il massimo del disordine, c’è bisogno di un minimo di ordine. Quindi mi raccomando, domani ci vediamo davanti alla Bastiglia pun-tu-a-li!”.

 

Il messaggio circolato su Telegram aggiunge un altro fattore decisivo agli obblighi dell’azione rivoluzionaria. Pensate che buco nell’acqua se in Russia, nel 1917, non si fosse capito se le masse stessero manifestando o semplicemente passando di lì. O se Armodio e Aristogitone non avessero specificato che si erano presentati per uccidere il tiranno anziché per aspettare il treno. La grande verità emersa dalle chat No vax di ieri è che, se si vuol fare la rivoluzione, è necessario ricordarsi di avvertire. Chissà di quante sommosse, chissà di quante rivolte nei secoli scorsi non si è accorto nessuno solamente perché non ci avevano detto nulla.

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