Una veduta di Matera

Toh! A Matera, Capitale della Cultura, non arrivano i mezzi

Antonio Gurrado

Se qualcuno fa notare qualcosa di evidente in anticipo e ridendo, è in malafede; se invece la fa notare col cipiglio di circostanza quando ormai è troppo tardi, allora è grande giornalismo d’inchiesta    

Scusate l’autobiografia ma qualche anno fa tenevo su un settimanale di nicchia una rubrica di satira e, un giorno, decisi di dedicare la puntata alla nomina di Matera come Capitale europea della Cultura per il 2019. Sintetizzando (e sapendo che le barzellette spiegate non fanno ridere), la paginetta ruotava attorno al fatto che Matera fosse pressoché irraggiungibile coi mezzi. Ne ricavai commenti acuminati sui social, mail acrimoniose, accuse di razzismo nordista (sono pugliese) accuse di campanilismo pro-Gravina e anti-Matera (come se me ne fregasse qualcosa di Matera o di Gravina), auspici di morte e, fra una cosa e l’altra, la chiusura della rubrica. Vabbe’, sic transit.

 

Se non che stamattina, cinque anni dopo, al giornale radio ho ascoltato un servizio che rivelava l’imponderabile: in pieno 2019 Matera, capitale europea della cultura, è pressoché irraggiungibile coi mezzi. Seguivano dichiarazioni costernate, perifrasi recriminatorie, addirittura il pronostico che non so quale infrastruttura per i trasporti sarà consegnata nel 2024, quando saranno state dimenticate sia la capitale sia la cultura. Ne ho dedotto che in Italia, se qualcuno fa notare qualcosa di evidente in anticipo e ridendo, è un guastafeste in malafede; se invece la fa notare col cipiglio di circostanza quando ormai è troppo tardi, allora è grande giornalismo d’inchiesta.    

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