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L'aggressione sovranista al bagnino di Jesolo

Antonio Gurrado

I giovani assalitori hanno detto alla vittima che loro venivano da Treviso e a Treviso non era come a Jesolo, a Treviso comandavano loro

Beato il paese che non ha bisogno di bagnini. La solita baby gang è stata accusata di aver prima malmenato e poi deriso sui social un bagnino al lido di Jesolo; fatto di cronaca purtroppo non valorizzato per l'importanza che riveste. Si è trattato infatti di un caso di maschio sovranismo: pare infatti che i giovani aggressori si siano peritati di informare la vittima che loro venivano da Treviso e a Treviso non era come a Jesolo, a Treviso comandavano loro. Un'ipotesi interpretativa non del tutto peregrina è che a Treviso non comandino i bagnini perché lì non c'è il mare, ma è una sottigliezza da burocrati. Si è trattato altresì di un caso preclaro di #unovaleuno: negli insulti rivolti al bagnino mentre era ricoverato, i patri rampolli ci hanno tenuto a spiegare di averlo menato perché i bagnini non servono a niente. Infatti, in una nazione pienamente democratica, chi ha frequentato un corso per acquisire competenze specifiche che lo differenzino dalla massa è inutile e dannoso, un nemico del popolo. Beato il paese che non ha bisogno di bagnini, perché affogherà convinto di saper nuotare.

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