Selen (foto LaPresse)

Il pudore di Selen

Antonio Gurrado

Esce la biografia della ex pornostar, ma chi cerca storie di torbidi tradimenti resterà deluso

“Ho un tantino esagerato”, considera Luce Caponegro (in arte Selen) rivedendo certe scene del proprio passato nell’hard, che ha abbandonato dal 2001. Ora che annuncia radiosa l’uscita dell’autobiografia, fra un mese per Cairo, viene da perdonarle l’ennesimo libro firmato da una celebrità, il titolo gramelliniano (“Da bambina sognavo di volare”), perfino l’incongrua “indole sciamanica” che vanta dopo aver aperto un centro olistico a Ravenna: viene da perdonarle tutto questo, e ben a ragione, perché nell’autobiografia non ci sono nomi. Neanche uno; resterà deluso chi la scorrerà cercando rivelazioni a tradimento e colpe altrui. È stata una sua scelta, spiega Selen, per raccontare con serenità la propria evoluzione senza lasciar divorare altro materiale alla “betoniera del pettegolezzo”. Nietzsche scriveva che Zarathustra poteva sputare su una città solo dopo averla attraversata per intero; così, evidentemente, per imporre ai nostri tempi un po’ di senso del pudore nell’introspezione, ci voleva una pornostar esagerata.    

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