Adolf Hitler e Benito Mussolini a Berlino nel 1937 (foto LaPresse)

L'errore di spiegare l'anno nuovo col secolo vecchio

Antonio Gurrado

I parallelismi facili tra il sovranismo di oggi e il fascismo di ieri non ci aiuteranno a comprendere la nostra epoca

Il ’19, che nel Novecento fu l’anno del programma di San Sepolcro e delle prime incursioni dei manipoli, darà adito a facili parallelismi fra i nostri tempi e quelli che un secolo fa segnarono le origini del fascismo. Scrutando nell’oggi le repliche degli episodi di ieri, il paragone potrebbe tuttavia rivelarsi poco saggio per due motivi.

 

Primo, perché ridurrebbe salvinismo e grillismo a copie imperfette del fascismo, approssimativi mostriciattoli o parodie. È purtroppo il modo migliore per sottostimarli, offrendo loro la facile scappatoia di rimarcare le differenze con l’originale e la propria innocuità al confronto: volete mettere la Nutella con l’orbace, volete mettere Casalino con Starace?

 

Secondo, perché il principale pericolo del populismo nostrano sta nella sua novità, nel non poter essere inscatolato in un precedente storico tramite cui affrontarlo e debellarlo. Ora, uno dei motivi per cui il fascismo ebbe successo in Italia e fu esportato all’estero nel Novecento, fu proprio che proponeva un modello innovativo che non si riusciva a comprendere né a combattere finché ci si basava sui principii tradizionali della politica: infatti li travolse e li spazzò via, proprio come si propongono di fare i nostri populisti, tanto che per sopravvivere l’occidente ebbe bisogno di riscrivere radicalmente il senso di diritti e libertà con la Carta atlantica. Nel 2019 ci aspettano le Europee più decisive della storia e una politica sensata saprebbe accorgersi di quanto sia controproducente tentare di spiegare l’anno nuovo col secolo vecchio.

Di più su questi argomenti: