Foto Pixabay

Il segreto del successo del Bad Sex Award

Antonio Gurrado

James Frey vince il premio della Literary Review per la peggiore scena di sesso in un romanzo. Invece di fare considerazioni sociologiche lettori e critici dovrebbero prenderla con ironia

Gli scaltri giurati assicurano si sia trattato di un caso ma ai giornali non è sfuggito che quest’anno i finalisti del Bad Sex Award fossero tutti maschi. Alla fine l’antipremio, prestigioso poiché istituito dalla Literary Review ma comprensibilmente poco ambito, è andato a James Frey (foto sotto) per una pagina del romanzo “Katerina”, che non trascrivo perché mia madre mi legge con grande regolarità: diciamo che ha colpito il ritmo con cui descrive l’eiaculazione, ripetendo per otto volte la parola più becera per definirla. Frey l’ha presa sul ridere, anche perché è in buona compagnia. In un quarto di secolo hanno vinto il Bad Sex Award Tom Wolfe (che non reagì altrettanto spiritosamente), Norman Mailer (che non reagì affatto, essendo morto il mese prima), addirittura Erri De Luca. Il punto è che con pari ironia dovrebbero prenderla lettori e critici, quando invece trarre conclusioni sociologiche dal genere dei finalisti rischia di rompere il giocattolo. Non solo perché sottintende il grossolano luogo comune che i maschi scrivano di sesso peggio delle donne in quanto hanno un erotismo intrinsecamente più vincolante e morboso e animalesco; ma anche perché voler prendere sul serio il Bad Sex Award tramite un’analisi comparata di maschi contro femmine implica svelare il segreto del suo successo. Ossia che, non importa quanto ben scritta, qualsiasi scena di sesso estrapolata dalla struttura narrativa che la contiene finisce per sembrare piuttosto ridicola, esattamente come il più formidabile dei vostri amplessi se preso e trasferito in un’aula dinanzi a una giuria. 

 

Di più su questi argomenti: