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Ecco a cosa serve l'esperienza mistica di un volo low cost

Antonio Gurrado

Ogni anno, a scopo penitenziale, viaggio con una compagnia aerea economica e mi immergo nel mondo per ricordarmi che io sono uno e loro sono tanti 

Ogni anno, a scopo penitenziale, prendo un volo low cost. Ciò mi costringe a trascorrere un numero variabile di ore – dal check-in all’atterraggio – in compagnia di turisti in canottiera, esecutori di parole crociate facilitate, ragazzotti valligiani che si presentano già alticci all’imbarco verso mete in cui s’illudono che rimorchieranno, tipe stuccatissime che per darsi un tono sorseggiano bollicine in un equivalente aviario dell’Autogrill; sempliciotti che nel bagaglio a mano ficcano litri di liquidi e creme, o che al metal detector dimenticano sistematicamente in tasca la moneta, le chiavi, lo smartphone; anime candide che per paura di morir digiune iniziano a sbafare appena superati i varchi aeroportuali e continuano a gettar roba smangiucchiata a ogni sbarramento sostituendola prontamente con altro cibo, cervelli ingenui per tranquillizzare i quali hostess e steward blaterano continuamente dagli altoparlanti così che non debbano mai fronteggiare l’orrore del silenzio e del vuoto; gente che in volo sfida la sorte comperando gratta e vinci, ricorda di dover prendere qualcosa dal bagagliaio solo dopo essersi seduta di ritorno dalla toilette e poi, quando il jingle annunzia che il volo è arrivato in orario, applaude anche se non è chiaro se siamo atterrati male o precipitati bene. Perché lo faccio? Non certo per risparmiare, visto che per distinguermi e non contaminarmi aggiungo sempre priorità e bagaglio extra che lo fanno costare quasi quanto un volo normale.

  

Lo faccio piuttosto per guadagnare la consapevolezza che io sono uno ma loro sono tanti, e poter dunque dismettere l’illusione che la razionalità, l’ironia e l’erudizione che mi sforzo di praticare possano avere un qualche effetto concreto. È un salutare choc che per qualche tempo mi consente di rinchiudermi nella torre d’avorio senza presumere che coincida col mondo; e quando, qualche mese dopo, la scarsa abitudine all’interazione inizia a sfumare i propri confini, ecco che ho già prenotato un altro volo-promemoria a prezzo stracciato.

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