Sentite questa, ci sono un dj tedesco e un avvocato napoletano

Antonio Gurrado

Uno ha remixato il canto di un muezzin, l'altro si è vestito da Gesù omosessuale al Gay Pride. E hanno qualcosa in comune

Ci sono – non è una barzelletta – un dj tedesco e un avvocato napoletano. Il dj tedesco, durante una festa a Torino, remixa il canto del muezzin e poi si scusa dicendo che non ci aveva pensato, gli piaceva il beat e non si era accorto del vocalizzo; pur non essendo musulmano non intendeva offendere nessuno, tanto meno durante un evento in cui tutti gli ascoltatori, contrariamente ai precetti islamici, avevano almeno un cocktail in mano. L’avvocato napoletano, in vista del gay pride, annuncia che sfilerà vestito da Gesù ma attenzione, un Gesù omosessuale, accompagnato da un angelo con piume di struzzo; pur non essendo cristiano non intende offendere nessuno, anzi invita tutti gli uomini di Chiesa a partecipare all’evento per rendersi conto che la morbosità è nei loro occhi mentre il mondo è innocente.

 

Il dj tedesco avrebbe potuto giocare la carta dell’arte postmoderna, ovvero di un principio creativo che ha diritto d’ingurgitare tutto ciò che esiste al mondo rimaneggiandolo secondo una forma estetica, ma ha preferito andare sul sicuro col politicamente corretto per non scandalizzare nessuno. L’avvocato napoletano sostiene invece di avere giocato la carta del messaggio politico, dicendo che intende veicolare un “tributo all’amore, lo stesso amore esaltato nel Vangelo”, facendo riferimento ad apocrifi che vogliono Gesù non solo sposato a una donna ma anche amante di un apostolo, e soprattutto convinto che la Chiesa abbia maturato un’ossessione per il sesso “per avere autorità, potere e diritto di giudicare”. Insomma, anche lui ha deciso di andare sul sicuro col politicamente corretto per non scandalizzare nessuno.

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