La Chiesa di Santo Spirito a Firenze

Se a Firenze lo stato laico volta le spalle davanti alla persecuzione dei cristiani

Antonio Gurrado

Violato il portale della basilica di Santo Spirito con scritte oscene. Ma le autorità non intervengono

La persecuzione dei cristiani. Non oltremare, fra i saraceni, ma qui da noi, in Italia, a Firenze. Sul portale della basilica di Santo Spirito dei perdigiorno hanno affisso il seguente striscione: “Fuori lo Stato dai nostri culi. Against fascists, police, state”. Ora io non so quante canne ci si debba fumare per non distinguere più lo Stato dalla Chiesa ma io ci riesco benissimo. So che il sagrato dove s’inalberano striscioni, si beve, si balla, si piscia, si spaccia (come mille altri sagrati d’Italia dove si beve, si piscia, si spaccia altrettanto) appartiene a una religione che ha ogni diritto di vedere rispettato un luogo sacro. E so anche che lo Stato ha il dovere d’intervenire contro chi, che ne so, sfonda i vetri di una sinagoga o imbratta i muri di una moschea. L’opinione pubblica insorgerebbe a gran voce in difesa delle minoranze religiose ma la maggioranza, o presunta tale, non interessa a nessuno: il priore di Santo Spirito ha cercato di parlare con gli pseudo-manifestanti, ha riaperto la basilica come atto di testimonianza, ha chiamato le forze dell’ordine ma, dallo Stato orgogliosamente laico, non è arrivato nessuno, nemmeno un centurione.

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