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Caro Grillo, ecco perché le primarie sono superiori ai tuoi clic

Antonio Gurrado

Il leader del M5s cita ma, forse, non ha mai letto Rosseau che identificava la democrazia diretta con l'avere le ali ai piedi quando si trattava di andare a votare

"C'è una superiorità nell'atto di chi è costretto a uscire di casa, recarsi a un seggio, mettersi in coda, chiudersi in una cabina elettorale, fare una croce con una matita e infilare una scheda in una scatola rispetto a chi lo fa da un cellulare in qualsiasi posto si trovi?". Caro Beppe Grillo, la tua domanda è retorica ma la risposta è sì. Il filosofo che ti piace così tanto citare senza averlo letto identificava la democrazia diretta, testualmente, con l'avere le ali ai piedi quando si trattava di andare a votare: secondo Rousseau il muoversi, il camminare, il correre erano segni tangibili del lasciar perdere i propri interessi per andare a provvedere al bene del paese. Se ne può dedurre che votando comodamente da casa in pigiama si tenda a pensare agli affari propri, scambiando la propria prospettiva limitata per normativa universale di condotta politica. Inoltre uscire di casa (o, una volta fuori, sollevare lo sguardo dallo smartphone) non solo fa bene alla salute ma segna materialmente l'intenzione di andare incontro agli altri: non sono d'accordo con ciò che dicono e nulla mi lega a loro, ma la cabina in cui votiamo è la stessa, e anche la matita se non se la sono fregata prima. Se invece voto dal mio computer o dal mio cellulare non c'è soluzione di continuità fra la mia responsabilità politica e le fregnacce a cui penso quando sono solo con me stesso. Il problema del post con cui ieri Beppe Grillo ha difeso il voto online, dicendo che non c'è differenza fra democrazia dei clic e democrazia delle schede elettorali, è che si basa sull'equivoco di considerare il voto un servizio alla stregua di un conto corrente, che può essere indifferentemente utilizzato tramite coda alla filiale od online banking. Così scrive Beppe Grillo, dimenticando che la democrazia non è un servizio che lo Stato rende al cittadino (e che pertanto potrebbe essere fornito anche da un'azienda privata) bensì un servizio che il cittadino rende allo Stato, uscendo di casa e andando incontro agli altri cittadini suoi pari. In greco antico il termine per tradurre "cittadino" è "polites" mentre il suo contrario, che indica il singolo che non esce di casa per mischiarsi alla vita altrui, è "idiotes". Non so se ci sia bisogno di tradurlo.