Quell'insolito ottimismo sulle condizioni di salute dell'economia europea

Redazione
Per il capo economista di Unicredit "circa il 70 per cento degli investitori pensa che la situazione attuale è buona o molto buona e il 90 per cento ritiene che il prossimo anno rimarrà stabile o migliorerà". Notizie positive dall'East forum Berlin.

La situazione economica globale, in generale, e dell'Eurozona, in particolare, preoccupa meno gli investitori di quanto si è solitamente portati a pensare. Nel barometro pubblicato dall'East forum Berlin – incontro promosso da Unicredit, Metro Group, Ost-Ausschuss der Deutschen Wirtschaft e dallo stato federale di Berlino – che analizza lo stato economico delle maggiori macro economie eurasiatiche, è emerso come la situazione economica attuale sia percepita positivamente dalla maggior parte dei partecipanti alla conferenza.

 

"Circa il 70 per cento pensa che la situazione attuale in Europa (e nel mondo) è buona o molto buona e il 90 per cento ritiene che il prossimo anno rimarrà stabile o migliorerà. Sono numeri piuttosto impressionanti, se volete la mia opinione", ha detto in una nota il capo economista di Unicredit, Erik Nielsen.

 


Se l'economia globale e quella dell'Eurozona in particolare è destinata a migliorare, le uniche perplessità rimangono per quanto riguarda il rapporto tra investitori e Russia. A preoccupare sono soprattutto quattro fattori: l'instabilità politica (un problema per il 53,1 per cento degli intervistati), il prezzo del petrolio (per il 52,6 per cento), l'emergenza migranti (34,3 per cento) e le sanzioni economiche (22,9). E' in questo quadro che vanno segnalati i numerosi tentativi di Germania e Italia di spingere l'Unione europea a riconsiderare l'entità delle sanzioni alla Russia.

 

Per quanto riguarda invece la situazione dell'Europa sud-orientale, zona di cui l'Italia fa parte nelle analisi del forum, i principali motivi di scetticismo sono essenzialmente due: un apparato burocratico troppo pesante e macchinoso, che quindi crea lungaggini in fase di investimento, e politiche governative insufficienti in fatto di economia. Tutto ciò non solo crea sfiducia in un miglioramento delle condizioni economiche della zona, ma rischia di diventare una zavorra per chi avrebbe interesse a investire.

 

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