Valide ragioni per dire "No" alla truffa del referendum

Redazione
Nel Foglio di oggi, un girotondo di opinioni per non cadere nella trappola retorico-ambientalista dei No Triv. Ecco un assaggio di quello che trovate in edicola o potete scaricare qui.

Nel Foglio di oggi girotondo di opinioni per non cadere nella trappola retorico-ambientalista dei No Triv. Ecco un assaggio di quello che trovate in edicola o potete scaricare qui.

 



 

 

Zingales: “Voto ‘sì’ al referendum, ma dico ‘no’ alla retorica anti petrolio”

di Marco Valerio Lo Prete

 

Luigi Zingales, ci si mette anche lei? Economista italiano all’Università di Chicago, faro liberale e liberista sul quotidiano Sole 24 Ore, fustigatore dell’allergia italica al mercato. Ha fatto sobbalzare qualche telespettatore questa settimana quando, in una breve dichiarazione durante la trasmissione “Piazza Pulita” su La7, annunciava che domenica prossima voterà “sì” al referendum convocato dai No Triv. Cioè voterà “sì” alla proposta di alcune regioni italiane che, guidate dalla Puglia di Michele Emiliano, intendono bloccare ogni attività delle piattaforme che estraggono gas e petrolio offshore entro le 12 miglia dalla costa a suon di slogan ricercati del tipo “Sì al mare, no al petrolio!”. “Una correzione e una spiegazione sono dovute – risponde un sorridente Zingales in una conversazione con il Foglio – Intanto perché ho già votato ‘sì’, per corrispondenza. E poi perché rifiuto la politicizzazione di tutti i referendum, guardo alla sostanza della domanda referendaria, altrimenti farei come quelle persone che votavano contro il divorzio solo perché era sostenuto dai Radicali”. [continua]

 


 

I tre motivi del sindacato per dire Sì Triv

di Emilio Miceli

 

l referendum pone una serie di questioni, ma ce n’è una che davvero colpisce e in un certo senso precede le ricadute economiche ed occupazionali. è una davvero che mi colpisce disopra le questione occupazionali ed economiche. È l’idea che, comunque vada, noi italiano il gas e il petrolio li possiamo sempre comprare, tanto ci sarà qualcuno nel mondo che l’estrae al posto nostro. Questa posizione non fa i conti con il fatto che non ci sono dubbi sulle garanzie di sicurezza nei siti in Italia, mentre ci possono essere dubbi per gli altri in giro per il mondo. Ma più in generale l’idea che ci sia qualcuno nel mondo a cui delegare il lavoro sporco in cambio dell’obolo dei paesi ricchi è un’idea che non mi appartiene ed è anche una scelta etica che c’è al fondo di questo referendum, con il suo retrogusto amaro dell’egoismo economico, sociale ed ambientale. Ci trasformiamo nello zio Sam che compra perché tanto c’ha i dollari. [continua]

 


 

Il nostro sottosuolo è un patrimonio. Facciamolo fruttare per le prossime generazioni

di Marco Gay

 

Ci lamentiamo sempre che l’Italia non pianifica e si ritrova a inseguire le emergenze. Ma poi, quando il governo mette in campo un piano come la strategia energetica nazionale si scatenano i comitati del no, i presidenti regionali, le associazioni di ogni sorta e, a forza di sforbiciare pezzi, del piano non rimangono che i dettagli da ingegneri. Perché è su un dettaglio che viene chiamato a esprimersi il popolo, nonostante venga presentato come la scelta fra petrolio e mare o – peggio – fra l’onestà dei pescatori e la scorrettezza degli industriali. [continua]

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