Ecco l'Orban socialista. Il premier slovacco Robert Fico, che vuole fare un governo con la destra estrema

David Carretta

Incarna la nuova tendenza del panorama politico europeo. I confini tra destra e sinistra si annullano: statalismo, nazionalismo e anti-immigrazione diventano la nuova bandiera del populismo al governo. Alle elezioni di sabato è dato per favorito.

 

Bruxelles: Il Partito del socialismo europeo si è trovato il suo Viktor Orban: il premier slovacco, Robert Fico, pronto a ricorrere al populismo più estremo pur di essere confermato alla testa del governo di Bratislava nelle elezioni politiche di sabato 5 marzo. “Nessuno può costringerci a accettare migranti in Slovacchia”, ha detto Fico in uno degli ultimi comizi della campagna elettorale: “Non permetteremo mai  anche a un solo immigrato musulmano di entrare in Slovacchia sulla base di un sistema di quote”. Il suo Smer, che alle scorse elezioni nel 2012 ottenne un trionfo e la maggioranza assoluta dei seggi, corre sotto lo slogan “Noi proteggiamo la Slovacchia”. Il paese non è stato quasi toccato dall'ondata di rifugiati che, dallo scorso anno, ha travolto l'Unione europea. Ma, in calo nei sondaggi, Fico non ha esitato ad attizzare il fuoco della paura dell'immigrazione in una popolazione cattolica e conservatrice. “Monitoreremo tutti i musulmani”, aveva detto il premier slovacco dopo gli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre. “Non solo rifiutiamo le quote obbligatorie: non prenderemo mai una decisione volontaria che potrebbe portare alla formazione di una comunità musulmana in Slovacchia. Questo è il solo modo di eliminare il rischio”, aveva spiegato Fico dopo gli attacchi sessuali di Colonia della notte di Capodanno.

 

L'orbanizzazione di Fico, secondo i sondaggi, ha frenato l'erosione nei sondaggi, ma non sembra in grado di garantire allo Smer la maggioranza assoluta. Nel 2012, sull'onda di una serie di scandali che avevano colpito il centrodestra al governo e delle polemiche per il contributo della Slovacchia al Fondo salva-stati per i paesi dell'euro in difficoltà, Fico ottenne il 44 per cento dei consensi e la possibilità di governare da solo. Il secondo partito, il Movimento cristiano Democratico (Kdh) raccolse appena l'8,5 per cento. Quattro anni dopo, lo Smer è saldamente in testa – tra il 32 e il 40 per cento secondo gli istituti demoscopici – ma non a sufficienza per un governo monocolore. Fico potrebbe dunque essere costretto ad allearsi con l'estrema destra per riprendere le redini del governo di Bratislava. Gli ultra-nazionalisti del Sns (Slovenska narodna strana) sono in seconda posizione nei sondaggi, vicini al 10 per cento. Già nel 2006, infischiandosene della minaccia di una sospensione dal Partito del socialismo europeo, Fico aveva scelto di allearsi con gli impresentabili del Sns per governare. Anche il nuovo partito di centro-destra Siet, che vuole cacciare la Grecia dall'euro e da Schengen, è pronto a servire da stampella a Fico. L'alternativa per la Slovacchia sarebbe una coalizione di micro-partiti (quasi tutti sotto il 10 per cento) che metterebbe a rischio la stabilità del paese, nonché i progressi economici realizzati grazie al falco al ministero delle Finanze,  Peter Kažimír (crescita al 3,2 per cento e deficit zero previsto nel 2018).

 

[**Video_box_2**]Come Viktor Orban in Ungheria, come il Partito Legge e Giustizia di Jarosław Kaczyński al governo della Polonia, come Alexis Tsipras in Grecia, Fico incarna la nuova tendenza del panorama politico europeo. I confini tra destra e sinistra si annullano, tanto più alle estreme: statalismo, nazionalismo e anti-immigrazione diventano la nuova bandiera del populismo al governo. Ma né il Partito Popolare Europeo né il Partito del Socialismo Europeo si sognano di cacciare i loro Gian Burrasca Orban e Fico: è troppo alto per l'establishment europeo il rischio di perdere altre capitali dopo Atene e Varsavia, e nel momento in cui nazionalisti ancor più estremi – come Marine Le Pen in Francia – hanno il vento in poppa. Tuttavia gli ingredienti del cocktail del populismo sono sempre gli stessi. Nonostante non abbia affrontato le grandi riforme di cui la Slovacchia avrebbe bisogno – come la sanità e la scuola – Fico è rimasto popolare grazie all'aumento del salario minimo, ai trasporti gratis per studenti e pensionati e ai tagli di tasse per il piccolo commercio (con una riduzione dell'Iva sugli alimentari). Il suo elettorato è composto soprattutto dai lavoratori a basso reddito, dagli slovacchi meno istruiti e dai pensionati. E' la stessa base elettorale che ha portato al potere Orban, Kaczyński e Tsipras. E ciascuno di loro ha bisogno di un nemico esterno per puntellare la propria popolarità nazionale (l'Ue che diventa Unione Sovietica per Orban, la Germania egemone per Kaczyński e Tsipras).

 

Fico ha scelto il premier greco come bersaglio prediletto. La scorsa estate, il suo ministro delle Finanze Kažimír era in prima linea nel predicare la necessità della Grexit di fronte alla resistenza anti-austerità e anti-riforme di Tsipras. Oggi è Fico che, con la crisi dei rifugiati, vuole “sacrificare la Grecia per il bene comune dell'Ue”. Come? “Signor Tsipras, ci sarà un solo grande hotspot” dove tenere tutti i migranti “e si chiamerà Grecia”, ha avvertito Fico.

Di più su questi argomenti: