Una locandina del film di Samantha Comizzoli

“Israele - Il Cancro”, quel film in tour promozionale nei comuni d'Italia

Giulio Meotti
Da Recanati a Napoli, il patrocinio dei sindaci di sinistra

Roma. Lo scorso 17 agosto, nella sua pagina Facebook, la regista e attivista Samantha Comizzoli scriveva: “Agli israeliani ci sarebbe da sparargli solo per questo”. Ad aprile aveva postato: “Avete mai pensato di tirare una bomba? Di reagire in qualche modo al mostro?”. Gli amministratori della città di Recanati avrebbero potuto leggere quello che scrive Comizzoli prima di concederle il patrocinio per proiettare il suo documentario “Israele - Il Cancro”. A rivelare lo scandalo del comune di Recanati, oggi retto dal sindaco Pd Francesco Fiordomo, è stato Asterio Tubaldi, direttore dell’emittente radiofonica Radio Erre, che aveva sottoposto il caso all’attenzione del rabbino capo della comunità ebraica di Ancona, Giuseppe Laras.

 

La pellicola è spiegata così dai loro stessi artefici italo-palestinesi: “L’occupazione nazista israeliana della Palestina si rivela nel suo aspetto peggiore: l’occupazione della mente. Come un cancro mangia piano piano il cervello delle persone. Questo film tenta di spiegare la sofferenza di queste vite sotto tortura, dividendo il film negli stadi che ha la malattia del cancro: cancerogenesi-diffusione del tumore-cure palliative-metastasi-eutanasia-fine”. Come immaginasse questa fine è stata la stessa Comizzoli a spiegarlo: “Mi auguro che Israele sprofondi nel nucleo della terra e che quindi l’inferno torni da dove è venuto, all’inferno”.

 

Difficile capire cosa possa aver spinto la giunta recanatese a offrire Villa Colloredo Mels (sede del museo civico della città) per la proiezione di questo film. Contro il sindaco e la città si è schierato lo scrittore Umberto Piersanti: “L’abuso della parola ‘nazista’ riferito a Israele da parte dei pacifisti nostrani è squallido… Non pensavo che questo sentimento fosse presente anche nel comune di Recanati”. Poi è arrivato il commento di Mosaico, la rivista della comunità ebraica milanese: “Che Samantha Comizzoli organizzi una proiezione, con annesso dibattito, del suo film ‘Israele - il Cancro’ (metastasi, cura, eutanasia), non è una notizia di per sé sconcertante. Lo è, sconcertante, che la proiezione, con tanto di arringa introduttiva della Comizzoli e successivo dibattito, abbia avuto luogo a Recanati nelle sale gentilmente concesse dal comune, con tanto di patrocinio e con l’avallo dello stesso sindaco Fiordomo”.

 

[**Video_box_2**]In realtà il film sul “cancro Israele” sono mesi che riceve patrocini e autorizzazioni dai sindaci italiani, quasi tutti di sinistra, e di tante ong. La pellicola è stata proiettata nel salone delle Bandiere del comune di Messina, a Cesana nella sede Arci del Magazzino parallelo, a Pavia nel circolo Arci di via d’Acqua e in tanti teatri comunali, come quello Don Bosco di Lanuvio. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha offerto al “cancro Israele” addirittura la sala comunale in piazza del Gesù nuovo intitolata a Tommaso Campanella. Il comune di Bologna al film ha concesso la piazza dove d’estate si tengono le manifestazioni culturali all’aperto, quella piazza Verdi con il portico delle Scuderie simbolo della vita universitaria. A Ravenna, il comune ha garantito il parco più importante della città, quello del Tondo. E la lista non finisce qui.

 

E’ l’unica consolazione per la città di Giacomo Leopardi: aver condiviso la surreale vergogna di “Israele - Il Cancro” con tanti comuni progressisti d’Italia.

 

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.