Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem (LaPresse)

L'Eurogruppo verso il "no" al piano di Atene: "Stiamo perdendo troppo tempo"

Redazione

L'esame delle riforme promesse da Atene, secondo il Financial Times, potrebbe avere esito negatico: il piano è stato giudicato “indegno di un paese industrializzato” dai funzionari di Bruxelles.

Oggi l'Eurogruppo esaminerà il piano in sette punti del governo greco per accedere a un nuovo prestito internazionale ma il giudizio definitivo sulle riforme del governo Tsipras non arriverà con la riunione odierna. Secondo il Financial Times il piano è stato giudicato “indegno di un paese industrializzato” dai funzionari di Bruxelles e, secondo Bloomberg, per il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem il piano di Atene “è lontano” dall’essere completo, e a marzo non verrà versata la tranche di aiuti prevista. La Grecia "deve realizzare quanto promesso astenendosi da azioni unilaterali non concordate con la Troika", ha detto ai giornalisti il ministro delle finanze tedesche, Wolfgang Schaeuble. Ancora più duro Dijsselbloem: "Siamo pronti a sostenere ulteriormente la Grecia se continuerà sulla strada delle riforme. Il negoziato sul programma di aiuti e sulle riforme necessarie deve ripartire il prima possibile. Stiamo perdendo troppo tempo. Dall'ultimo Eurogruppo poco è stato fatto in termini di negoziazione, l'estensione degli aiuti e solo per quattro settimane ed è necessario non perdere altro tempo". Ieri il premier Tsipras ha chiamato Mario Draghi chiedendo che la Bce non si faccia schiacciare dalle pressioni politiche europee.

 

Le sette riforme economiche preparate da Atene non bastano a sbloccare una parte dell'ultima 'tranche' di 7,2 miliardi del prestito perché non ci sono né valutazioni dell'impatto economico delle misure, sul modo in cui saranno rese operative, né indicazioni di calendario.

 

[**Video_box_2**]Venerdì prossimo scade uno dei termini di pagamento del debito contratto coi creditori internazionali dall'importo di circa 2 miliardi di dollari, che la Grecia pare non essere in grado di onorare. “Hanno le casse quasi vuote”, ha riconosciuto Dijsselbloem in una intervista al quotidiano olandese “Volkskrant”. Intervistato dal Corriere della Sera ieri, il ministro delle Finanze greco ha dichiarato che nel caso i creditori internazionali della Grecia avanzassero richieste “inaccettabili” per il nuovo governo anti-austerity del premier Alexis Tsipras, questi potrebbe ricorrere a un referendum sulla permanenza nell'euro (anche se poi ha precisato che il referendum sarebbe solo sulle misure da adottare per uscire dalla crisi).

Di più su questi argomenti: