Dal bestseller alla Abc. La famiglia Huang adesso è una serie tv

Mariarosa Mancuso

Il manifesto sfoggia l’ennesima variazione su “American Gothic”, il quadro dipinto da Grant Wood nel 1930 facendo posare la propria figlia e il proprio dentista rimpannucciati come coloni. Lei con la crocchia, lui con il forcone, ritti e cupi davanti alla loro casa in stile “carpenter’s gothic”, o gotico rurale.

Il manifesto sfoggia l’ennesima variazione su “American Gothic”, il quadro dipinto da Grant Wood nel 1930 facendo posare la propria figlia e il proprio dentista rimpannucciati come coloni. Lei con la crocchia, lui con il forcone, ritti e cupi davanti alla loro casa in stile “carpenter’s gothic”, o gotico rurale. Le abitazioni in legno del Midwest con tetti spioventi e torrette, subito diventate il modello per la magione da incubo che passando per Edward Hopper arriva al motel di “Psycho”. Sul poster di “Fresh off the Boat”, davanti alla stessa casa, vediamo due cinesi – forcone, salopette, cammeo che chiude l’abito accollato, il dress code rimane identico – e dalla finestra spunta un ragazzino.

 

Nella vita e nella sitcom, il ragazzino si chiama Eddie Huang, nato in America da genitori taiwanesi. “Fresh off the Boat”, il titolo del suo memoir, indica gli stranieri di recente immigrazione, gente che non ha ancora imparato gli usi e i costumi locali. “Appena sbarcati dalla nave”, appunto: non proprio insultante come “chink” – muso giallo, direbbe Clint Eastwood in “Gran Torino” – ma sempre di uso sconsigliabile in società (solo i cinesi possono, come solo i neri possono rivendicare lo scorrettissimo “nigger” ora espunto dalle nuove traduzioni di Pippi Calzelunghe).

 

L’adattamento non è stato pacifico: Eddie Huang ha accusato la Abc di stemperare la materia, in un articolo sul New York magazine intitolato “Bamboo-Ceiling Tv” (l’equivalente asiatico del soffitto di vetro che ostacolerebbe la carriera delle donne). Però ha approvato la serie, in onda dal 4 febbraio: sua la voce fuori campo che commenta le avventure del ragazzino cinese. Era un’occasione troppo ghiotta. Da “All-American Girls”, serie tv del 1994 con una ragazza di origine coreana che a San Francisco rifiutava i matrimoni combinati dalla madre, non si vedevano alla tv americana protagonisti asiatici.

 

L’inizio di “Fresh off the Boat” sembra la parodia della vestizione da rapper nero di Ali G: collana con medaglione, orologio sberluccicante, anelli vistosi. A 11 anni, il paffuto Eddie Huang ha la passione per l’hip-hop e porta solo magliette con rapper neri – da Notorious B.I.G. a 2Pac, che compare come Tupac Shakur nel saggio di Adriano Sofri su Machiavelli. Dettaglio che rende il ragazzino doppiamente disadattato. Siamo nel 1995, la famiglia Huang si trasferisce a Orlando, Florida, dalla Chinatown di Washington D.C. Il padre gestisce un ristorante stile vecchio west – “abbiamo piantato i cactus nelle sputacchiere” – sdegnando il solito ristorante cinese (pochi i clienti, nonostante gli omaggi di cipolla fritta e i buoni sconto distribuiti a pioggia). La madre guarda le vicine bionde sui pattini a rotelle con lo stupore provato dall’ultima moglie arrivata nella cittadina di Stepford, prima della cura per trasformare le femmine in robot. Il sistema scolastico – una sfilza di 10 a un ragazzino come Eddie, che non si impegna – le fa orrore. Figuriamoci i giudizi a fumetti – nuvolette, orsi e coccodrilli – ricevuti dai figli minori. “Si comportano come se il successo nella vita non fosse importante”, commenta con il marito.

 

Lo spasso sta nel rovesciamento dei punti di vista: i supermercati lindi sembrano ospedali alla mamma tigre – prima che diventasse di moda – abituata al mercato di Chinatown. Quando il marito le dice “I love you” sospetta tradimenti e bugie: “Noi ci vogliamo bene criticandoci”. Un giorno entrambi si presentano con i capelli ricci: si sono fatti la “Success perm”. Per gli asiatici d’America, il segno che hai avuto successo nella vita.

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