Consigli del maestro per sopravvivere (senza sensi di colpa) a Sanremo

Mario Bortolotto

Tutti i compositori hanno il loro angolo di avanzi. Le canzoni, ascoltate per le stradicciole (“sous le pont de Paris”), erano opera di compositori importanti, o almeno capaci di melodia, e magari d’armonia. E la canzone come tale va ancora oggi ascoltata, e apprezzata: perché vale qualcosa, e coinvolge intere classi sociali.

Con un celebrato aforisma, il più illustre degli scrittori francesi affermava che la musica leggera ha la sua ragione di esistere: esistere vuol dire agire sugli eventuali ascoltatori, e stimolarne le variazioni: è anche possibile così: vale a dire che essa, una volta eseguita e ascoltata, agisce per conto suo e… che cosa? Il consiglio porta, piaccia o no, al silenzio assoluto, e quanto amabile!
Proust appunto le offriva piena dignità: la musica sarà quello che poteva essere, ma è servita a molti scopi, anche per le occasioni più fertili, o più consolatorie. Infine, entra nel gioco. A questo punto, si deve osservare che le canzoni, ascoltate per le stradicciole (“sous le pont de Paris”), erano opera di compositori importanti, o almeno capaci di melodia, e magari d’armonia. E la canzone come tale va ancora oggi ascoltata, e apprezzata: perché vale qualcosa, e coinvolge, talvolta, intere classi sociali: qualcosa di simile allo sport popolare: a migliaia si fanno rapire da un’estasi che è quasi indefinibile.

 

La canzone, secondo si intende, è una ben piccola cosa: ma è il fiato di quegli illuminati che le dà la piena potenza. Se dovessimo ascoltare quelle lagne, staremmo freschi: non troveremmo che un cumulo di sciocchezze da far vergognare un ragazzino del primo corso di conservatorio. Ma, fortunatamente, gli autori reali sono altri: rientrano nella categoria dell’attraente, e imparano a vivere in essa. Un tempo, le coppie danzavano sulle note di Lehár e Strauss; poi di Gershwin e Porter. Oggi – diremmo – di nessuno; ma ciò avviene perché nessuno ne ha più bisogno. Si noti come, ad esempio, parallelamente a quelle brodaglie vada scomparendo il ballo di coppia. I grandi musicisti ne sarebbero inorriditi.

 

Ma tant’è: l’assenza di creatività assicura il vuoto: anche se poi tale vuoto nelle famigerate discoteche valga a garantire il debito fracasso: assurto a dignità di musica propriamente detta.

 

Le poche cose che si sono ascoltate in questi ultimi anni mirano ad altro: vorrebbero gareggiare con bazzecole del genere Stardust.

 

Naturalmente tutto questo viene poi filtrato dall’economia: di lì i favolosi incassi: il botteghino diviene un’ara, e adorato come tale.
E’ inutile cercare, nel pattume generale, la perla di un accordo giusto, e appuntato al giusto momento. Ognuno scelga il pezzo che vuole, in cui può effettivamente rifugiarsi. Ma nessuno pensi di sfuggire al proprio tono temendo di insudiciarsi. Tutti i compositori hanno il loro angolo degli avanzi: succede anche ai sommi (Wagner amava Offenbach).

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