Lo spot della Rai che pubblicizza i canali social del festival di Sanremo

Perché Sanremo fa boom di audience e flop sui social

Giulia Pompili

I dati dell’audience televisiva classici si rivelano un po’ troppo antichi. Cosa fare.

La seconda puntata del Festival di Sanremo avrà pur fatto il 41,67 per cento di share, con 10 milioni 91 mila spettatori, ma sui social network c’è qualcosa che non funziona. E il problema non è soltanto di audience – naturalmente è possibile che si guardi la televisione senza commentare su internet – ma anche dei possibili target pubblicitari, che potrebbero variare se ci si prendesse la briga di incrociare fonti diverse. Secondo i dati rilevati da MySecondScreen, l’applicazione sviluppata da Atomic Media, il volume dei tweet complessivi sulla seconda serata di Sanremo si è ridotto del 25 per cento rispetto alla prima. I cinguettìi sono passati infatti da 205.800 a 153.900. Sempre secondo il report, il numero di utenti singoli che parlavano del Festival sui social (e quindi che, verosimilmente, stavano guardando RaiUno o comunque aumentavano il traffico sull’argomento) è passato dai 43.500 circa dell’altra sera a 34.400 ieri sera. Com’è noto, i dati dell'audience in tv, almeno in Italia, sono rilevati da un istituto autonomo (Auditel) in base a statistiche fatte su un sistema di campionatura bilanciato. E’ una discussione antica: la nonna che lascia la televisione accesa mentre dorme fa share tanto quanto il telespettatore appassionato. Ma su chi ci sia realmente davanti alla tv si sa poco o niente – o meglio, si sa a livello statistico – mentre chi usa Twitter per commentare un evento televisivo può essere contato, analizzato e studiato.

 

Per esempio: i picchi d'ascolto della seconda serata di Sanremo 2015 sono stati registrati dalle esibizioni di Biagio Antonacci e Conchita Wurst. Secondo il report di MySecondScreen – che si basa su un criterio scientifico che analizza, tramite algoritmo, proprio tutti i tweet, non un campione – il picco assoluto della serata, per quanto riguarda i tweet, è arrivato con l’entrata in scena del premio Oscar Charlize Theron (1479 tweet), secondo e terzo posto per Anna Tatangelo e Pino Donaggio.

 

Il fatto è che l’interazione sui social è spesso in contraddizione con i dati auditel classici. Lunedì scorso, per esempio, a leggere Twitter sembrava che tutto il mondo stesse seguendo la seconda puntata dell’“Isola dei Famosi”. Secondo i dati auditel del giorno dopo, invece, la trasmissione più seguita era stata la fiction “Un passo dal cielo 3” con Terence Hill (7 milioni 350 mila spettatori, 24.28 per cento di share contro il 20.72 per cento dell’Isola). Dunque è una questione di consumatori diversi, e soprattutto di una forma di consumo diversa. Anche “Le invasioni Barbariche” ha un difetto di ascolti, secondo i dati Auditel, ma un’incredibile risposta sui social network.

 

[**Video_box_2**]Qui si parla di dati fattuali, non valutativi, ovviamente. Anche perché spesso la gente imbraccia Twitter per criticare, piuttosto che per complimentarsi. E una canzone, nel caso di Sanremo, si presta a valutazioni personali espresse poi su internet (come al bar, no?). Eppure in Corea del sud il capo delle spie di Seul è stato arrestato per aver “influenzato” (se non determinato) le ultime elezioni presidenziali attraverso Twitter. Con i social network si inviano messaggi politici, si fa l’agenda di governo, è forse il caso che i funzionari televisivi e chi paga per fare pubblicità, come già accade in America, inizino a valutare il fatto che il successo della televisione passa anche dalla Rete.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.