Chiamare Arcore per salvare la legislatura

Claudio Cerasa

No Cav., no riforme, no governo. Renzi e le opzioni per andare avanti - di Claudio Cerasa

E’ una tattica scivolosa, rischiosa e forse persino sballata quella scelta da Forza Italia di contribuire a bloccare le riforme costituzionali, quelle volute dal governo Renzi, quelle volute dal vecchio patto del Nazareno. E’ scivolosa perché le stesse riforme che oggi sono feroce oggetto di critica da parte di Forza Italia fino a qualche giorno fa venivano difese in modo feroce dallo stesso partito che oggi le contesta. Ed è scivolosa anche perché il partito del Cav. ha deciso di mettersi in scia al partito degli urlatori – Movimento 5 stelle, Lega, Sel – e un partito come Forza Italia, per quello che dovrebbe rappresentare, avrebbe il compito di non mescolarsi con tutti coloro che ragionano con la pigra logica del TTR: tutto tranne Renzi

 

. La tattica è rischiosa ma è anche politicamente comprensibile: Renzi ha giocato in modo furbo e spericolato con il Cav. – prima con la manina sul tre per cento, poi con la manina su Mediaset, e chissà se le manine sono finite  – e in politica è normale che a un’azione di rottura (Quirinale) ne segua un’altra uguale e contraria. Si può criticare dunque quanto si vuole la scelta di Forza Italia e si può anche accettare che Renzi scelga di andare avanti da solo sul percorso delle riforme istituzionali. Ma fatta la premessa, bisogna andare al punto: a Renzi conviene o no muoversi da solo senza una sponda solida con cui fare le riforme? Il presidente del Consiglio oggi ha infatti due scelte semplici: o assecondare la minoranza del suo partito e rivolgersi alla sinistra a vocazione grillina del Parlamento (Dio ce ne scampi); o provare a giocare ancora con Forza Italia.

 

[**Video_box_2**]Renzi ha le spalle larghe ed è capace di andare avanti a sportellate anche da solo. Numericamente, può. Politicamente, no. E se la strada scelta è quella di non fare un passo per ricontrattare un patto con Forza Italia significa una cosa: Renzi ha deciso che bisogna prepararsi alle elezioni. Se è questo che vuole (giovedì notte lo ha detto in modo esplicito alla Camera: questa legislatura è costituente, se non si riforma la costituzione si va a votare), se ne prenderà atto. Se non è quello che vuole, ha solo una scelta. Ritrovare un filo con Berlusconi. La politica è fatta di policy e di contenuti ma è anche un mix composto di dimensione emotiva. E se Renzi non vuole concludere la legislatura in modo romanticamente bullesco, l’unica strada è quella. Il numero di Arcore lo conosce già.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.