Susanna Camusso (foto LaPresse)

Il San Valentino della Camusso

Redazione

Quando il gioco si fa duro, meglio voltarsi dall’altra parte. Capita dunque che le sorti del maggiore sindacato italiano (Cgil) e della sinistra cosiddetta “ex arcobaleno”, si trovino, in tempi di Jobs Act approvato e lotta di classe non ai suoi massimi, nell’imbarazzo di dover apparecchiare la piazza.

Quando il gioco si fa duro, meglio voltarsi dall’altra parte (letteralmente: verso la Grecia). Capita dunque che le sorti del maggiore sindacato italiano (Cgil) e della sinistra cosiddetta “ex arcobaleno”, si trovino, in tempi di Jobs Act approvato e lotta di classe non ai suoi massimi, nell’imbarazzo di dover apparecchiare la piazza. Farsi sentire ancora, sì, ma come? Non farsi dimenticare (in attesa di tempi migliori), ma con quale piattaforma? Sono lontani, infatti, i giorni in cui Susanna Camusso, terrore di un certo Pd legato a una lunga tradizione di torpedoni sindacali (quelli con cui sbarcavano a Roma falangi ordinate di manifestanti) poteva ben sperare, con una manifestazione, di impressionare, se non di condizionare, i vertici del partito-gemello. E sono ancora più lontani i tempi in cui proprio al sindacato si guardava, anelando al papa straniero che poteva scalzare i dirigenti con cui, per dirla con Nanni Moretti, non si vinceva mai (tutti invocavano l’avvento di Sergio Cofferati, allora segretario Cgil che riempiva il Circo Massimo).

 

Né si può continuare, chez Camusso, a ripetere la frase da combattimento (“Renzi come la Thatcher”): i giochi sono fatti. E allora, nel giorno di San Valentino, anniversario degli accordi di San Valentino (1984) fra il governo di Bettino Craxi e la Cisl e la Uil (che la Cgil respinse) sul taglio di 4 punti percentuali di scala mobile, non c’è nulla di meglio, per Cgil e Fiom, di una piazza conto terzi (Alexis Tsipras), per “solidarietà” con Syriza guardata a vista dalla Troika. “Cambia la Grecia, cambia l’Europa” è lo slogan (e il sito web) della manifestazione, in cui sognare uno Tsipras italiano che, scrive il Manifesto, “non si sdrai sui comunicati Bce”.

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