M. Al-Kasesbeh

Colpita la Giordania

Lo Stato islamico ha girato un video persino più cruento dei suoi soliti

Daniele Raineri

Il pilota giordano catturato a dicembre è stato bruciato vivo dentro una gabbia. Non si capisce ancora quando. Amman annuncia esecuzioni.

Roma. Martedì il braccio mediatico più importante dello Stato islamico, al Furqan, ha messo su internet un video di ventidue minuti che mostra l’uccisione del pilota giordano Muaz al Kasesbeh in un luogo bombardato dalla Coalizione. Il metodo scelto per l’esecuzione è particolarmente cruento anche secondo gli standard soliti del gruppo islamista: l’uomo è chiuso dentro a una gabbia con una tuta arancione inzuppata con il carburante dell'aereo, un boia dello Stato islamico accende una torcia con gesto teatrale, appicca il fuoco a una traccia di liquido infiammabile che porta alla gabbia, il prigioniero si accascia fra le fiamme.
Non è chiaro quando il video sia stato girato. La televisione di stato giordana sostiene che risale a un mese fa, il tre gennaio, e questa notizia svuota di significato queste settimane di complessi negoziati. Se la data sarà confermata, vuol dire che non ci sono mai state possibilità di soluzione nelle trattative a tre fra Giordania, Giappone e Stato islamico: prevedevano la restituzione del freelance giapponese Kenji Goto al governo di Tokyo e la non uccisione del pilota, in cambio della vita di Sajida al Rishawi, una terrorista arrestata nel 2005 dopo un attentato ad Amman. Sarebbe stato una finzione dello Stato islamico per massimizzare l’effetto sull’opinione pubblica giordana. Il paese vive con apprensione la decisione del governo di fare parte della coalizione internazionale che sta facendo la guerra contro il gruppo di Abu Bakr al Baghdadi.

 

Domenica il New York Times ha pubblicato un articolo che sondava l’umore nazionale del regno hashemita alle prese con questa crisi con ostaggio e concludeva che l’effetto sortito dallo Stato islamico era opposto a quello desiderato: invece che criticare il governo perché troppo precipitoso nell’infilarsi in una crisi internazionale così vicina (il paese confina sia con la Siria sia con l’Iraq), i giordani hanno trovato una insperata compattezza contro la minaccia terroristica. “In ogni camera da letto oggi c’è una foto del tenente Al Kasasbeh”, dice al giornale americano un deputato giordano. Due ore dopo la notizia dell’uccisione, sono state annunciate almeno sei esecuzioni di detenuti condannati per terrorismo, inclusa Sajida al Rishawi, che avrebbe dovuto essere scambiata con il pilota e invece sarà uccisa mercoledì. Resta da vedere quanto questo clima di unità nazionale resisterà e cosa faranno alcune frange minoritarie, ma attive, di simpatizzanti giordani del jihad. Nel video, lo Stato islamico identifica altri piloti giordani e chiede che siano uccisi – forse grazie a informazioni prese al prigioniero.

 

[**Video_box_2**]Alcune fonti del Foglio vicine ai luoghi dell’esecuzione del prigioniero sostengono al contrario della tv giordana che non è avvenuta un mese fa, ma soltanto pochi giorni fa, il 30 gennaio. Già a fine dicembre una sentenza di morte con questo metodo peculiare era stata emessa dai leader dello Stato islamico – ed era circolata, tanto da arrivare a un attivista siriano che l’aveva pubblicata su Twitter come già avvenuta. Il tempo che è poi trascorso è stato soltanto necessario alla produzione del video. Le fonti sostengono inoltre che il free lance giapponese Kenji Goto è stato ucciso lo stesso giorno, dopo la scadenza dell’ultimatum che lo riguardava – fissata al tramonto del 29 dicembre.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)