Uomini della Marina militare americana in supporto a quella indonesiana continuano le ricerche dell'aereo scomparso nel Mare di Giava (foto LaPresse)

Un pattugliatore indonesiano individua la coda dell'aereo scomparso nel mare di Giava

Redazione

Continuano le ricerche dei corpi delle 162 persone a bordo dell'airbus dell'AirAsia. Un capitano di una motovedetta afferma che il ritrovamento della scatola nera sarebbe imminente.

Le squadre di soccorso in Indonesia hanno esteso le ricerche nel mare di Giava per trovare i cadaveri delle vittime e i resti dell'aereo Airbus A320-200 dell'AirAsia, precipitato il 28 dicembre con 162 persone a bordo. Ancora nessuna traccia delle scatole nere. Al nono giorno della gigantesca operazione messa in piedi dall'Indonesia con l'aiuto di altri paesi, si spera che le condizioni meteo consentano ai sommozzatori di raggiungere i fondali marini nelle acque del nord est del mare di Giava dove i radar hanno individuato cinque grandi oggetti, localizzati a circa 30 metri di profondità. Tra questi ci sarebbe anche la coda dell'aereo, individuata da una motovedetta indonesiana. Si tratterebbe di un ritrovamento fondamentale per conoscere la causa della sparizione del velivolo dato che proprio lì è collocata la scatola nera con le registrazioni uadi dei piloti.

 

Le autorità indonesiane dispongono anche di vari sottomarini senza equipaggio dotati di telecamere che potrebbero confermare se gli oggetti trovati appartengono alla fusoliera del velivolo. Finora sono stati recuperati 34 cadaveri su un totale di 162 persone che erano a bordo del velivolo (di cui 155 indonesiani, il copilota francese, un britannico, tre sudcoreani, un cittadino di Singapore e un malese) che era decollato dalla città indonesiana di Surabaya alla volta di Singapore e aveva trovato pessime condizioni meteorologico prima di sparire dagli schermi dei radar.