Barack Obama (foto LaPresse)

Banchieri al Tesoro

Redazione

I  tempi in cui Barack Obama si metteva in posa contro banchieri e altri “fat cat” di Wall Street sono andati, e lo spettro delle diseguaglianze economiche non fa più così paura. Allora c’era un elettorato da tenere a bada, ma la fine dei cicli alle urne si è portata via anche le inibizioni obamiane.

I  tempi in cui Barack Obama si metteva in posa contro banchieri e altri “fat cat” di Wall Street sono andati, e lo spettro delle diseguaglianze economiche non fa più così paura. Allora c’era un elettorato da tenere a bada, ma la fine dei cicli alle urne si è portata via anche le inibizioni obamiane, e così il presidente può nominare sottosegretario del Tesoro un navigato manager della banca d’investimenti Lazard che ha fatto milioni a palate con ristrutturazioni e acquisizioni. Non solo. Antonio Weiss, questo il nome del prescelto della Casa Bianca, si occupa anche di “inversion”, controversa operazione che consiste nel fagocitare un’azienda straniera per spostare la residenza fiscale in uno stato più favorevole. E’ quello che sta tentando di fare Burger King con la compagnia canadese Tim Hortons, e non c’è niente di più sgradito per la sinistra antisistema, quella che rimprovera a Obama di avere venduto l’anima ai nemici che diceva di voler combattere. “Enough is enough”, ha scritto Elizabeth Warren, la senatrice democratica che guida la fazione anti Wall Street, in un duro commento contro la nomina di Weiss. Si potrebbe obiettare che Warren  non ha avuto problemi a confermare alla segreteria del Tesoro l’ex manager di Citibank Jack Lew, ma qui non si tratta soltanto di coerenza. E’ piuttosto una disputa intorno alle relazioni fra il Partito democratico e Wall Street. Obama ha instaurato un rapporto di solida ambiguità con i banchieri, e Hillary promette di riabilitare la vituperata comunità finanziaria dopo la grande buriana. Dovrà vedersela però con la sinistra intransigente che ha sparso con pazienza semi anti Wall Street.

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