Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari economici e monetari (foto LaPresse)

L'Europa rinvia l'arrivo della ripresa

Redazione

Il pil in Italia scende ancora, ma da Bruxelles c'è speranza per il futuro. I consumi dovrebbero ripartire dal 2015 grazie ai benefici "delle misure di sostegno al reddito presenti nella legge di stabilità".

Il pil italiano diminuisce anche nel 2014: a confermare una flessione dello 0,4 per cento per l'anno in corso è la Commissione europea nelle sue previsioni economiche di autunno. Il pil era già sceso del 2,3 per cento nel 2012 e di 1,9 punti percentuali nel 2013. L'appuntamento con la ripresa è quindi rinviato al 2015, quando Bruxelles prevede un aumento dello 0,6 per cento, per rafforzarsi nel 2016 con un +1,1 per cento. Nelle precedenti previsioni economiche di primavera, la Commissione stimava un pil positivo già quest'anno. Secondo le previsione della Commissione quindi una "ripresa blanda" inizierà il prossimo anno e si rafforzerà nel 2016, guidata da un rafforzamento della domanda esterna e da tassi di cambio dell'euro più bassi. L'inflazione è attesa rimanere bassa ma lievemente positiva il prossimo anno, spinta dai prezzi più alti delle importazioni.

 

I consumi, rileva l'esecutivo Ue, "dovrebbero beneficiare delle misure di sostegno al reddito" previste nella legge di stabilità. E se rischi per la crescita del pil potrebbero venire da ritardi nella ripresa della domanda esterna, le prospettive di crescita potrebbero invece beneficiare "della positiva attuazione del processo di riforme".

 

Un'accelerazione degli investimenti pubblici e privati è "indispensabile", secondo Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari economici e monetari "per assicurare una ripresa più marcata". Come ha sottolineato nel suo primo intervento "l'incertezza economica e politica resta alta" ma "secondo le nostre previsioni l'investimento privato dovrebbe progressivamente ripartire, anche se a breve termine permangono difficoltà".

 

[**Video_box_2**]Da Bruxelles rimangono dubbi a proposito dell'alto debito pubblico del nostro paese che si attesterà al 132,2% del pil a fine 2014 - in crescita dal 127,9% del 2013 - e che raggiungerà un picco del 133,8% nel 2015 e per scendere al 132,7% nel 2016.

 

L'attenzione che i paesi devono mostrare sulla gestione del debito è fondamentale, ha ribadito la Commissione europea. La regola di riduzione del debito pubblico che supera il 60 per cento del pil "è importante quanto quella del deficit" sopra al 3 per cento: il vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen, ha affermato che "non è vero che i paesi con i più grandi debiti pubblici crescono più in fretta, anzi e' esattamente il contrario". La Commissione, ha aggiunto, e' comunque "pronta a usare la flessibilità contenuta nelle regole del Six pack e del Two pack" con cui e' stata rafforzata la governance economica istituendo in particolare il semestre europeo che permette un commento preliminare della Commissione sulle bozze dei bilanci pubblici nazionali. "Il giudizio - ha spiegato Katainen - riguarda gli sforzi strutturali e non i dati nominali. E' molto importante, in questa particolare situazione, tenere conto della flessibilità che le regole comportano".