Le conseguenza del coming out di Tim Cook

Redazione

Un "dono di Dio", la privacy, Martin Luther King e Kennedy, le minoranze da difendere e l'orgoglio di essere gay. L'outing formale (del suo orientamento sessuale si sapeva da tempo) di Tim Cook, ceo di Apple e successore di Steve Jobs alla guida dell'azienda che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia e le vite di molti.

Un "dono di Dio", la privacy, Martin Luther King e Kennedy, le minoranze da difendere e l'orgoglio di essere gay. L'outing formale (del suo orientamento sessuale si sapeva da tempo) di Tim Cook, ceo di Apple e successore di Steve Jobs alla guida dell'azienda che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia e le vite di molti, è sui siti e le pagine dei giornali da ieri mattina, quando è stato pubblicato su Businessweek. Non sono mancate le polemiche: in Russia un deputato ha chiesto di bandire i prodotti Apple (come farà adesso Putin con il suo iPhone?, si chiede provocatoriamente Quartz), mentre il senatore repubblicano americano Ted Cruz, noto per le sue posizioni conservatrici, minimizza: "Sono scelte personali, amo il mio iPhone 6". Persino dal mondo gay sono arrivate alcune critiche: "Dire 'sono gay' non basta", scrive Tim Teeman sul Daily Beast. Per il New Yorker questo outing cambierà la cultura e la politica americane, mentre il capo dell'American family asscociation, Bryan Fischer, ha fatto un'analogia con il caso di Brendan Eich, ex ceo di Mozilla licenziato per aver contribuito privatamente a campagne per la difesa del matrimonio: "Lui è stato demonizzato, Cook idolatrato dai media".

 

Domani nel Foglio un'analisi di Giuliano Ferrara e un'inchiesta di Nicoletta Tiliacos.

 

* * *

 

 

Nel corso della mia vita professionale ho provato a mantenere un livello basilare di privacy. Vengo da umili origini, e non cerco di attirare l'attenzione su di me. Apple è già una delle compagnie guardate più da vicino al mondo, e mi piace mantenere l'attenzione sui nostri prodotti e sulle cose incredibili che i nostri clienti riescono a portare a termine.

 

Allo stesso tempo, credo profondamente nelle parole di Martin Luther King, che ha detto: 'La domanda più persistente e pressante della vita è: cosa stai facendo per gli altri?'. Spesso mi metto alla prova con questa domanda, e mi sono reso conto che il mio desiderio di privacy personale mi ha trattenuto dal fare qualcosa di più importante. Ed è questo che mi ha portato qui oggi.

 

Per anni sono stato aperto con molte persone riguardo al mio orientamento sessuale. Molti colleghi ad Apple sanno che sono gay, e la cosa non sembra fare differenza nel modo nel quale mi trattano. Naturalmente, ho avuto la grande fortuna di lavorare in un'azienda che ama la creatività e l'innovazione, e che sa che questo può venire fuori solamente quando abbracci le differenze delle persone. Non tutti sono così fortunati.

 

Pur non avendo mai negato la mia sessualità, non l'ho mai neanche pubblicamente ammessa, fino ad ora. Quindi, lasciate che io sia chiaro: sono orgoglioso di essere gay, e considero essere gay tra i più grandi doni che Dio mi abbia dato.

 

Essere gay mi ha dato una più profonda comprensione di cosa significhi essere nella minoranza, e mi ha fornito una finestra sulle sfide che le persone in altre minoranze affrontano ogni giorno. Mi ha reso più empatico, il che ha portato ad una vita più ricca. A volte è stato duro e spiacevole, ma mi ha dato la fiducia di essere me stesso, di seguire il mio percorso, e di innalzarmi al di sopra delle avversità e dell'intolleranza. Mi ha anche dato la pelle di un rinoceronte, cosa che risulta utile quando sei il CEO di Apple.

 

Il mondo è cambiato così tanto da quando ero un bambino. L'America si sta muovendo verso l'uguaglianza del matrimonio, e le figure pubbliche che hanno coraggiosamente dichiarato la propria omosessualità hanno aiutato a cambiare le nostre percezioni e reso più tollerante la nostra cultura. Ma ci sono ancora leggi nella maggioranza degli stati che permettono ai datori di lavoro di licenziare le persone basandosi solamente sul loro orientamento sessuale. Ci sono molti posti dove i padroni di casa possono sfrattare gli inquilini per il fatto di essere gay, o dove può esserci proibito di visitare parenti malati e condividere i loro lasciti. Innumerevoli persone, in particolare bambini, affrontano paura ed insulti ogni giorno a causa dl loro orientamento sessuale.

 

Non mi considero un attivista, ma mi rendo conto di quanto beneficio io abbia ricevuto dai sacrifici degli altri. Quindi, se sentire che il CEO di Apple è gay può aiutare qualcuno in difficoltà a venire a patti con quello che lui o lei è, o portare conforto a qualcuno che si sente solo, o ispirare delle persone ad insistere sulla loro uguaglianza, allora si tratta di un degno scambio con la mia privacy.

 

Ammetto che questa non è stata una scelta facile. La privacy resta importante per me, e vorrei mantenerne una piccola quantità. Ho reso Apple il lavoro della mia vita, e continuerò a spendere virtualmente tutto il mio tempo nel quale cercando di essere il miglior amministratore delegato che posso essere. Questo è ciò che i nostri dipendenti meritano, e lo meritano anche i nostri clienti, gli sviluppatori, gli azionisti ed i fornitori. Una parte del progresso sociale è il comprendere che una persona non è definita solamente dalla sessualità, dalla razza o dal genere. Io sono un ingegnere, uno zio, un amante della natura, un patito del fitness, un figlio del Sud, un fanatico dello sport, e molte altre cose. Spero che la gente rispetterà il mio desiderio di focalizzarmi sulle cose per le quali sono più adatto e sul lavoro che mi porta gioia.

 

La compagnia che sono così fortunato a guidare si è battuta a lungo per i diritti umani e l'uguaglianza per tutti. Abbiamo assunto una posizione forte in supporto della proposta di legge sull'uguaglianza sul posto di lavoro prima del Congresso, esattamente come sosteniamo l'uguaglianza del matrimonio nel nostro stato, la California. E ci siamo fatti sentire in Arizona quando la legislatura di quello stato ha approvato una proposta di legge discriminatoria che aveva come obiettivo la comunità gay. Continueremo a combattere per i nostri valori, e credo che ogni CEO di questa incredibile azienda, a prescindere dalla razza, dal genere o dall'orientamento sessuale, farebbe lo stesso. E continuerà personalmente a battermi per l'uguaglianza di tutte le persone finché non sarò morto stecchito.

 

Quando arrivo in ufficio ogni mattina sono accolto da foto incorniciate di Martin Luther King e Robert F. Kennedy. Non pretendo che scrivere questa lettera mi metta al loro livello. Tutto ciò che fa è permettermi di guardare quelle foto e sapere che sto facendo la mia parte, comunque piccola, per aiutare gli altri. Pavimentiamo insieme la soleggiata strada verso la giustizia, mattone dopo mattone. Questo è il mio mattone.

 

Di seguito il testo originale dell'articolo di Cook

 

Throughout my professional life, I’ve tried to maintain a basic level of privacy. I come from humble roots, and I don’t seek to draw attention to myself. Apple is already one of the most closely watched companies in the world, and I like keeping the focus on our products and the incredible things our customers achieve with them.

 

At the same time, I believe deeply in the words of Dr. Martin Luther King, who said: “Life’s most persistent and urgent question is, ‘What are you doing for others?’ ” I often challenge myself with that question, and I’ve come to realize that my desire for personal privacy has been holding me back from doing something more important. That’s what has led me to today.

 

For years, I’ve been open with many people about my sexual orientation. Plenty of colleagues at Apple know I’m gay, and it doesn’t seem to make a difference in the way they treat me. Of course, I’ve had the good fortune to work at a company that loves creativity and innovation and knows it can only flourish when you embrace people’s differences. Not everyone is so lucky.

 

While I have never denied my sexuality, I haven’t publicly acknowledged it either, until now. So let me be clear: I’m proud to be gay, and I consider being gay among the greatest gifts God has given me.

 

Being gay has given me a deeper understanding of what it means to be in the minority and provided a window into the challenges that people in other minority groups deal with every day. It’s made me more empathetic, which has led to a richer life. It’s been tough and uncomfortable at times, but it has given me the confidence to be myself, to follow my own path, and to rise above adversity and bigotry. It’s also given me the skin of a rhinoceros, which comes in handy when you’re the CEO of Apple.

 

The world has changed so much since I was a kid. America is moving toward marriage equality, and the public figures who have bravely come out have helped change perceptions and made our culture more tolerant. Still, there are laws on the books in a majority of states that allow employers to fire people based solely on their sexual orientation. There are many places where landlords can evict tenants for being gay, or where we can be barred from visiting sick partners and sharing in their legacies. Countless people, particularly kids, face fear and abuse every day because of their sexual orientation.

 

I don’t consider myself an activist, but I realize how much I’ve benefited from the sacrifice of others. So if hearing that the CEO of Apple is gay can help someone struggling to come to terms with who he or she is, or bring comfort to anyone who feels alone, or inspire people to insist on their equality, then it’s worth the trade-off with my own privacy.

 

I’ll admit that this wasn’t an easy choice. Privacy remains important to me, and I’d like to hold on to a small amount of it. I’ve made Apple my life’s work, and I will continue to spend virtually all of my waking time focused on being the best CEO I can be. That’s what our employees deserve—and our customers, developers, shareholders, and supplier partners deserve it, too. Part of social progress is understanding that a person is not defined only by one’s sexuality, race, or gender. I’m an engineer, an uncle, a nature lover, a fitness nut, a son of the South, a sports fanatic, and many other things. I hope that people will respect my desire to focus on the things I’m best suited for and the work that brings me joy.

 

The company I am so fortunate to lead has long advocated for human rights and equality for all. We’ve taken a strong stand in support of a workplace equality bill before Congress, just as we stood for marriage equality in our home state of California. And we spoke up in Arizona when that state’s legislature passed a discriminatory bill targeting the gay community. We’ll continue to fight for our values, and I believe that any CEO of this incredible company, regardless of race, gender, or sexual orientation, would do the same. And I will personally continue to advocate for equality for all people until my toes point up.

 

When I arrive in my office each morning, I’m greeted by framed photos of Dr. King and Robert F. Kennedy. I don’t pretend that writing this puts me in their league. All it does is allow me to look at those pictures and know that I’m doing my part, however small, to help others. We pave the sunlit path toward justice together, brick by brick. This is my brick.

Di più su questi argomenti: