Per l'Istat la produzione italiana resta in negativo (foto LaPresse)

Oggi il governo vara la legge di stabilità mentre per l'Istat l'Italia resta in recessione

Redazione

L'Istituto ha confermato il calo dello 0,2 per cento nel II trimestre rivedendo inoltre al ribasso il dato tendenziale dal -0,2 al -0,3 per cento. Cottarelli chiede la riduzione del numero dei Comuni.

L'Italia non è uscita dalla recessione. Lo confermano i nuovi dati pubblicati dall'Istat che ha calcolato il pil in base ai nuovi calcoli e ha confermato il calo dello 0,2 per cento nel II trimestre rivedendo inoltre al ribasso il dato tendenziale dal -0,2 al -0,3 per cento. Dopo la diffusione dei dati, lo spread Btp/Bund è schizzato a oltre 155 punti dopo aver chiuso ieri a 146.

 

Più in generale, il pil non cresce da tre anni e anzi è in calo dal III trimestre del 2011. A parte la variazione nulla riscontrata nel III trimestre 2013 e nel I trimestre di quest'anno, la crescita infatti è sempre stata negativa.

 

Che siamo ancora nel tunnel della crisi, lo dimostrano anche altri dati forniti dall'Istat: le famiglie italiane sono sempre più povere se si calcola che calano il loro reddito, il potere d'acquisto e la propensione al risparmio mentre sale invece la spesa. Nel dettaglio, secondo l'Istat, nel secondo trimestre il loro reddito è diminuito dell'1,4 per cento rispetto al trimestre precedente e dell'1,1 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2013. Tenuto conto dell'andamento dei prezzi, il potere di acquisto delle famiglie nel secondo trimestre del 2014 è diminuito dell'1,4 per cento rispetto al trimestre precedente e dell'1,5 per cento rispetto al secondo trimestre del 2013.

 

[**Video_box_2**]Sul fronte dei conti pubblici, peggiora inoltre il rapporto deficit/pil visto che nei primi due trimestri è stato pari al 3,8 per cento, con un calo di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Per quanto riguarda invece il secondo trimestre, il deficit/pil è stato pari all'1,1 per cento, superiore di 0,4 punti percentuali rispetto a quello misurato nel corrispondente trimestre del 2013.

 

Nel giorno della riunione del Consiglio dei ministri che varerà la legge di stabilità per il 2015 per 30 miliardi, è intervenuto in audizione il commissario alla spending review Carlo Cottarelli secondo cui "ottomila comuni sono troppi, bisognerebbe ridurli", bisognerebbe trovare "meccanismi di incentivi alla fusione sul modello di quelli disegnati per le partecipate locali". Per Cottarelli occorrerebbe "un meccanismo premiale per i comuni che si mettono assieme". Si aspettano intanto le 18 per conoscere il dettaglio delle misure che verranno inserite nella legge di stabilità.