Foto LaPresse

Cervelli in fumo a Parigi

Redazione

I giacobini brandiscono la clava no logo per dare l’assalto al tabacco.

Prima o poi ci costringeranno a entrare nei tabaccai avvolti in anonimi impermeabili, il borsalino calato sugli occhi e l’aria furtiva. E forse i tabaccai non potranno più chiamarsi così, e saranno battezzati con nomi anonimi, perché il politicamente corretto applicato alla salute pubblica vieterà anche di pronunciare la parola mortifera, tabacco. Per assicurarci un po’ di nicotina il monopolio si fingerà borsa nera – guai a togliere dalle mani dello stato il proficuo vizio – ma il messaggio per chi compra sigarette sarà sempre uno: vergognati! L’ennesimo fantasioso provvedimento contro le bionde arriva dalla Francia. Non bastavano i messaggi visuali apposti su ogni pacchetto (che oggi occupano il 65 per cento del packaging) e l’abolizione della parola “light”, colpevole di ingannare i consumatori sulla “leggerezza” di una tirata. Il ministro della Salute di Parigi, Marisol Touraine, ha annunciato qualche giorno fa l’introduzione nel mercato di pacchetti di sigarette bianchi, senza logo. Nessun segno distintivo sarà apposto sui pacchetti, che dovranno avere involucri tutti uguali, con la stessa taglia, lo stesso colore e la stessa grafica, indipendentemente dalla marca, per essere meno attraenti soprattutto tra i giovani. Una proposta discussa anche dal governo irlandese, che però ha ricevuto subito la lettera di protesta di Pat McCrory, governatore del North Carolina, uno degli stati americani con più coltivazioni di tabacco. Scrive McCrory a Dublino: e se vietassimo alla vostra birra Guinness di essere importata con la classica etichetta nera, la storica scritta e la chiamassimo semplicemente… birra? Un affronto inammissibile per un irlandese. Ecco. Figuriamoci per un fumatore.

Di più su questi argomenti: