Chuka Umunna (fonte: Twitter)

Un laburista che ci piace

Redazione

Ed Miliband ritorna al passato, per il futuro guardate Chuka Umunna

Ai più cattivelli il piano decennale di Ed Miliband per il futuro del Regno Unito è parso un retaggio maoista, la conferma che “Red Ed” non è soltanto uno slogan buono per i titoli, ma una faccenda concreta. Il leader del Labour, alla conferenza di partito a Manchester, ha invece voluto parlare di un piano per il 2025 per ribadire la sua convinzione: vincerà le elezioni l’anno prossimo, e poi le rivincerà. I sondaggi gli danno ragione, per ora, però in 80 minuti di discorso Miliband ha chiamato tutti “friends” ma non ha  detto nulla su deficit e tagli, annunciando nuovi investimenti nella sanità senza accennare a dove si troveranno i soldi (e sua moglie alla fine non gli ha dato il tradizionale bacio, massimo scandalo). Alla tormentata domanda su quel che deve fare la sinistra oggi, se buttarsi su riforme e mercato o restare alla battaglia sulla diseguaglianza tassando chi ha la casa più grande, Miliband ha risposto alla vecchia maniera, per rassicurare la base. Più tasse e più sicurezza sulla sanità, più Labour che New Labour.

 

Ma un po’ conta sapere che in questa conferenza di partito, iniziata con il cancelliere dello Scacchiere ombra Ed Balls che tirava una gomitata “accidentale” a un giornalista durante l’amichevole calcistica spaccandogli la faccia, l’unico attimo di sollievo l’ha regalato Chuka Umunna. Laburista di colore dalla retorica spigliata, Umunna è considerato il rappresentate della terza via blairiana. Gli piace quel che stanno facendo Renzi in Italia e Valls in Francia, la rottura con il partito in nome delle riforme, pensa che corteggiare il business non sia un insulto, e vuole persino sostenere gli attacchi allo Stato islamico. Se il parallelo inevitabile con Obama non lo debilita troppo, Umunna ha un futuro da leader.

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