Cristina Kirchner (foto Ap)

Soros e gli squali a difesa dell'Argentina

Maurizio Stefanini

Filantropia? Non scherziamo. Ecco perché i grandi speculatori si sono schierati con Cristina Kirchner per risolvere il problema default. Storia di interessi personali, investimenti miliardari e cause alla Bank of New York e al giudice Thomas Griesa.

“No estamos Soros”. Il gioco di parole di un titolo del quotidiano kirchnerista “Pagina 12” si è subito diffuso per proclamare che gli argentini di fronte ai fondos buitre, i “fondi avvoltoio”,  non sono soli, anzi hanno al loro fianco l’avvoltoio più avvoltoio di tutti.
L’avvoltoio è George Soros, quello che durante il mercoledì nero del 16 settembre 1992 fece crollare la sterlina, che sempre nel 1992 face perdere il 40 per cento anche alla lira e innescò, indirettamente, il crollo della Prima repubblica. Quello che ha provocato crisi a ripetizione in Asia e in Russia, ma che adesso è intervenuto in difesa di Cristina Kirchner costretta al default (anche se continua a sostenere il contrario). E non a parole, come hanno fatto in tanti, ma coi fatti. “L’avvoltoio” ha denunciato infatti la Bank of New York, banca nella quale il governo di Buenos Aires a giugno aveva depositato 226 milioni di dollari per pagare la rata ai creditori che avevano accettato la ristrutturazione, e che però questi fondi li ha congelati su ordine del giudice Thomas Griesa.

 

Uno squalo travestito da filantropo, ideologo da 29 fondazioni, dalle idee spesso antitetiche ai metodi speculativi che gli procurano i soldi per difenderle. Padrone di quel Quantum Group of Funds che ha investimenti per 70 miliardi di dollari, titolare di una fortuna personale da 22 miliardi che lo ha fatto classificare da Forbes come la settima persona più ricca del pianeta.

 

In questo caso però il contrasto tra predica e razzolamento non c’è. Non solo Soros ha fatto proprio il punto di vista di Cristina Kirchner, secondo cui il giudice Griesa non avrebbe il diritto di prendere decisioni la cui portata va oltre i confini statunitensi, ma ha anche investito massicciamente in quell’Argentina dei Kirchner  il cui modello ora difende. 450 milioni, per esempio, li ha messi nella petrolifera Ypf, di cui dopo la rinazionalizzazione ai danni della spagnola Repsol è oggi il principale investitore privato e il quarto in assoluto, per una quota pari al 3,5 per cento, ovvero 8 milioni di azioni. Sempre in Argentina ha poi fatto incetta di terreni da coltivare soia per la  produzione di biocarburante, investendovi mezzo miliardo già nel 2006. Inoltre ha fatto affari assieme alla Irsa, grande immobiliaria fortemente legata al governo di Buenos Aires.

 

Non è comunque il solo “squalo” ad essersi schierato con l’Amministrazione Kirchner. Un altro è Kyle Bass, direttore del Fondo Usa Hayman Capital, che anche lui ha fatto causa alla Bank of New York, e in un’intervista alla Bbc ha espresso fiducia nell’Argentina malgrado il default, attaccando a sua volta Griesa. “Default? Impossibile. Solo con le riserve di idrocarburi di Vaca Muerta, che sono le terze più ricche del pianeta, il Paese riceverà nei prossimi cinque anni come minimo investimenti per 100 miliardi dollari, e probabilmente anche per 200”. Per questo il suo fondo ha fatto incetta sia di tango bond dello Stato sia di azioni della Ypf. E nell’Ypf ha investito molto anche il fondo Third Point LLC, il cui direttore Daniel Loeb ha difeso la sua scelta con una impegnativa lettera ai sottoscrittori: “L’Argentina sicuramente recupererà la fiducia degli investitori e risolverà i suoi problemi di liquidità, dal momento che i suoi fondamentali come relazione debito-Pil sono positivi”. Un terzo magnate ad aver fatto causa al Bank of New York assieme a Soros e Bass è il messicano David Martínez: direttore di quel fondo Fintech Advisory che ha investito in Argentina un miliardo. In particolare, il 40 per cento della tv CableVisión, e anche il 68 per cento della quota di Telecom Italia in Telecom Argentina. A sua volta ha espresso appoggio al governo Kirchner in un’intervista a Pagina 12. Tutti filantropi? No. Squali a difesa della Kirchner (e soprattutto dei loro interessi).

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