Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia (al centro) tra Valdimir Putin e Petro Poshenko, ieri a Minsk (Foto Ap)

Putin e Poroshenko si incontrano e dicono che una tregua è possibile

Redazione

Stretta di mano a Minsk tra i due leader. Il capo del Cremlino afferma che "occorre un clima di fiducia per i prossimi negoziati".

Stretta di mano tra il presidente russo, Vladimir Putin, e l'ucraino Petro Poroshenko in avvio dei lavori del meeting di Minsk, in Bielorussia, dove si è tenuto il vertice dell'Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. In agenda la crisi ucraina, la sicurezza energetica e gli effetti dell'accordo di associazione tra Kiev e Bruxelles. Dopo un incontro durato fino a tarda serata, Putin ha assicurato al presidente ucraino il massimo impegno per arrivare a una tregua nell'est del paese. Si è trattato del secondo incontro tra i due dopo quello dello scorso giugno. Il capo del Cremlino ha definito lo scambio di opinioni con il collega di Kiev come positivo, sebbene i due non siano entrati nei dettagli per un cessate il fuoco duraturo. "Possiamo solo contribuire a creare una situazione di fiducia reciproca, necessaria per i negoziati futuri", ha spiegato Putin. Dopo l'incontro con l'omologo russo, "definito complesso e impegnativo", Poroshenko ha detto che i due paesi uniranno gli sforzi per una road map condivisa per raggiungere un accordo su una tregua.

 

Sul campo, però, la situazione resta al limite dell'escalation. Lunedì i servizi di sicurezza di Kiev hanno annunciato la cattura di dieci paracadutisti russi infiltrati in territorio ucraino. I dieci soldati sono stati catturati vicino al villaggio di Amvrosiyivka nella regione di Donetsk, con armi di ordinanza e documenti. In un video pubblicato sulla pagina Facebook dell’“operazione antiterrorismo” del governo – così è chiamata l’azione di riconquista dell’oriente ucraino da parte del governo – le forze di sicurezza russe hanno intervistato i dieci soldati, che dicono di appartenere al 331esimo reggimento della 98esima divisione aviotrasportata “Svirsk” e mostrano le loro targhette di riconoscimento. “Basta mandare i nostri ragazzi [in Ucraina]”, dice uno dei militari nel video, il sergente Andrei Generalov. “Perché farlo? Questa non è la nostra guerra. Se non fossimo qui, niente di questo sarebbe successo”.

 

Il governo di Kiev e l’occidente accusano da tempo Mosca di ingerenza diretta nel conflitto nell’est dell’Ucraina. Lunedì il governo ucraino ha detto che una colonna di mezzi militari russi è entrata nel territorio di Kiev, venerdì la Nato aveva accusato Mosca di compiere bombardamenti “dall’interno del territorio ucraino”, oggi il portavoce dell’esercito ucraino Andriy Lysenko ha detto che l’esercito ha distrutto 12 mezzi corazzati russi per il trasporto di fanteria.

 

La Russia ha sempre smentito ogni intervento, e dopo l’annuncio della cattura dei soldati l’agenzia di stampa Ria Novosti ha diramato un comunicato secondo cui “I soldati stavano partecipando a un pattugliamento di una parte del confine russo-ucraino e lo hanno attraversato per sbaglio in una zona non segnalata, e per quanto possiamo capire non hanno opposto resistenza alle forze armate dell’Ucraina quando sono stati arrestati”.