Ignazio Marino (foto LaPresse)

Qualunquismo d'alto borgo

Redazione

Da Roma a Napoli, i sindaci tra annunci chic e cittadini vessati.

Da ieri parcheggiare a Roma costa di più. Un euro e cinquanta l’ora su tutte le aree a pagamento, invece che un euro. Non solo: sono sospese le tariffe agevolate quotidiane e mensili che facilitavano i lavoratori automuniti che quotidianamente devono parcheggiare fuori dal loro rione di residenza. La motivazione è quella che ci si poteva attendere da uno dei massimi esponenti della categoria dei “sindaci in bicicletta”, Ignazio Marino del Pd: disincentivare l’uso dell’automobile. Condivisibile o meno che sia il fine, certo è che la tempistica lascia basiti: a mezzi pubblici costanti, e con un Piano generale del traffico urbano presentato nelle sue linee guida ma ancora da applicare, si comincia stangando i cittadini qualunque. Le sindacature arancioni, come furono chiamate al momento della loro gloria elettorale a Roma, Milano e Napoli, funzionano così: prima gli annunci chic, costi quel che costi, poi si fanno i conti con le conseguenze. La pedonalizzazione di aree del centro storico di Roma si è realizzata alla stessa maniera: prima sono stati espulsi i cittadini automuniti (ma non i tassisti), poi ci si è resi conto che non si riesce nemmeno a contrastare l’abusivismo imperante attorno ai monumenti che teoricamente erano da riqualificare. Napoli barcolla? No problem, il sindaco Luigi De Magistris su Twitter vola alto: “Il pil peggiora perché il capitalismo liberista è in crisi irreversibile e i governi pensano di recuperare con guerre e forniture di armi”. Siamo all’illogica inversione del brocardo latino: “Rem tene, verba sequentur”. E così tra tic modaioli e abusivismo prepotente, l’Uomo dimenticato, quello che “vota, di solito prega, ma sempre paga” (William Graham Sumner, 1883), che sia orgogliosamente automunito o felicemente camminatore, ci rimette sempre.

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