Ancora su Mare “vostrum”

Redazione

La farsa tragica dei respingimenti a casa nostra e la saggezza di Napoli. E’ appena sbarcato in Italia il profugo numero centomila. L’ultimo Economist spiega, dati alla mano, come il flusso sia da record, maggiore anche di quello del 2011, nel pieno della Primavera araba.

Poi c’è chi si ostina  a dire che i respingimenti non funzionano. Eppure, qualche giorno fa, quarantotto immigrati clandestini sono stati fermati in Austria sui treni provenienti dalla confinante Italia. Erano diretti in Germania, sogno (proibito a quanto pare) di ogni aspirante asylanten). Sono stati respinti, o per dirla meglio rispediti al mittente, cioè da noi, in Trentino, nel giro di 24 ore. Caricati su un autobus e via. Il meccanismo appare semplice e letale: poiché questi migranti non chiedono asilo politico in Austria, in Austria non hanno nemmeno diritto di transito. Si facciano regolarizzare da chi li ha accolti per primo. Le cose nel mondo della realtà vanno così, anche mentre gli italiani si godono le ferie e il ministro dell’Interno rassicura: “Siamo campioni di accoglienza, abbiamo evitato che il Mediterraneo divenisse un lago di morte”. Non è esattamente così.

 

E’ appena sbarcato in Italia il profugo numero centomila. L’ultimo Economist spiega, dati alla mano, come il flusso sia da record, maggiore anche di quello del 2011, nel pieno della Primavera araba. Il settimanale tiene conto del contesto, guerre e di quant’altro. Ma poi sottolinea che la politica adottata dall’Italia con Mare Nostrum, per quanto lodevole moralmente e generosa, è semplicemente fallimentare nella gestione. Soprattutto fintantoché vige il Regolamento di Dublino che, nel 2003, stabilì sulle domande di asilo e sul riconoscimento dello status di rifugiato fosse competente lo stato membro in cui il migrante mette piede per la prima volta nell’Ue. E così il 70 per cento dei profughi e dei migranti clandestini accolti in Europa finisce per essere preso in carico da Italia, Germania, Svezia, Francia e Gran Bretagna. Ma a fare la parte del leone buonista è soprattutto, per geografia ma anche per scelta, l’Italia. Nel frattempo anche in Francia la polizia di frontiera intensifica i controlli, e i clandestini li rispedisce al mittente, cioè in Italia.

 

Cosa non funzioni è facile da capire, e il comune cittadino lo capisce, meglio di un ministro o un politico. Così non stupisce se una icona della mediterraneità come il musicista partenopeo Peppe Barra abbia sbottato pubblicamente dicendo che gli immigrati “stanno deturpando, lordando, svilendo Napoli. Sono maleducati, arroganti, cattivi”. Insomma, via da Napoli. Giggino ’a Manetta ha provato a redarguirlo, ma persino il grande James Senese, sassofonista jazz napoletano all’anagrafe e “criaturu” nato “niro niro”, e  dunque meno sospettabile ancora di razzismo di Peppe Barra, a domanda ha risposto con un perentorio: “Ha ragione”.

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