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Aiuto, il baby boomer va in pensione

Redazione

Il nuovo incubo americano, istruttivo anche per le nostre paure

Un conto è dire ai boy-scout che in pensione si va a sessantacinque anni, e sembra quasi un augurio, come ha fatto Papa Francesco con i ragazzi dell’Agesci. Un conto è tenere un paese per anni nell’incubo delle orde affamate degli esodati. E un altro conto è lanciare un grido di terrore, anzi capace di incutere timore: “Ogni giorno, diecimila baby boomer vanno in pensione e iniziano a ricevere i benefit del Medicare e della Social Security”, come ha fatto giorni fa il senatore repubblicano dell’Ohio, Rob Portman, scrivendone al Wall Street Journal. Quasi quattro milioni all’anno, hanno subito fatto i conti. Gli esperti hanno almanaccato che negli Stati Uniti ci sono ben 76 milioni di persone nate tra il 1946 e il 1964, la tradizionale finestra dell’abbondanza che inquadra la fotografia della generazione del boom. In Italia sarebbe un’istantanea da “come eravamo”, e anche in America ci scrivono già saggi e racconti. Ma il problema è più concreto: da qui ai prossimi 19 anni calerà sul sistema del welfare una quantità di individui che ha accumulato diritti – l’èra dei diritti – e garanzie pensionistiche tali da provocare un notevole “stress test” per assicurazioni, istituti e agenzie federali pubbliche.

 

Un sistema di welfare, quello privato, che è anche uno dei motori della finanza americana e mondiale. Sul versante opposto, ci sono i boomer usciti in malo modo dal circuito economico con la crisi, e mai più rientrati. Secondo dati recenti del TransAmerica Center For Retirement Studies, solo il 7 per cento delle baby boomer donne è “very confident” sul proprio futuro economico. Ne è nato un dibattito istruttivo. Chi consiglia di pensare bene a come costruirsi una sicurezza futura prima di ritirarsi dal lavoro, chi consiglia alle agenzie del welfare di “diversificare il portfolio” prima di trovarsi con una bolla e chi sotto sotto biasima l’invadenza degli “aventi diritto”. Si potrebbe commentare che, qualsiasi cosa facciano, i baby boomer sono percepiti come il male del mondo: se vanno in pensione in massa fanno saltare il welfare, se stanno al lavoro all’infinito soffocano nella culla i millennial. Ma è un dibattito istruttivo anche per noi, e per come pensiamo ai nostri diritti acquisiti.

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