Hai un soldino?

Annalena Benini

I bambini vogliono tutto, lo vogliono subito. I genitori vorrebbero darglielo, essere per i figli gli eroi che dicono sì, che esaudiscono i desideri (soprattutto d’estate, in quel tempo lungo pieno di tentazioni e di sensi di colpa). I capricci fanciulleschi in spiaggia e la paura di allevare un’umanità lagnosa e irresponsabile.

Il biliardino costa cinquanta centesimi, i tatuaggi un euro, le palline con le squadre di calcio dei Mondiali due monete da un euro, il gelato due euro, le patatine un euro e cinquanta, i mostri appiccicosi che si lanciano sul muro e lo rovinano per sempre un euro. Se poi un mostro appiccicoso cade nella sabbia non appiccica più, è sempre mostruoso ma insabbiato, inservibile, il bambino si fa venire le convulsioni, tutti i padri, le madri, le tate della spiaggia, o del parco, o della stradina di montagna si voltano all’unisono e vi guardano, hanno una gran voglia di sentirsi genitori migliori di voi (più generosi, più ricchi, oppure più fermi nei dinieghi, più in grado di spostare l’attenzione dal mostro appiccicoso a un granchio morto). Smettila di piangere, tieni un altro euro, compra un nuovo mostro, ma guarda che è l’ultima volta. Il figlio stringe l’euro nella mano insabbiata con uno sguardo fra la disperazione e il trionfo della giustizia, la madre sconfitta sospira, curva le spalle e pensa a quando le convulsioni avranno per oggetto le ricariche da dieci euro, il vetro nuovo dell’iPhone, il motorino, si guarda intorno e vede che gli altri genitori stanno aprendo i borsellini, tutti con le spalle curve.

 

I bambini vogliono tutto, lo vogliono subito. I genitori vorrebbero darglielo, essere per i figli gli eroi che dicono sì, che esaudiscono i desideri (soprattutto d’estate, in quel tempo lungo pieno di tentazioni e di sensi di colpa). Mamma, dammi un soldino. Sì amore, tu però dammi un bacio. Il rischio, scrive il Wall Street Journal, oltre alla bancarotta da partite a biliardino e gomme da masticare che colorano la lingua di blu, è crescere un’umanità lagnosa e irresponsabile, probabile vittima degli istituti di credito. I figli che adesso con un sorriso fiducioso ci chiedono un soldino, cinquanta centesimi o cinquanta euro per loro sono uguali, vanno visualizzati tra qualche decennio, intenti a cambiare scheda telefonica e indirizzo di casa per non pagare i debiti. Sarà colpa nostra e di quel mostro appiccicoso che cadeva sempre nella sabbia, sarà colpa di quei genitori-avvoltoi che ci guardavano ghignando mentre tiravamo fuori dal borsellino l’ennesimo euro del pomeriggio.

 

Secondo il Wsj l’unico modo per salvare i nostri figli dagli usurai e dagli agenti del recupero crediti è insegnare, prestissimo, il valore dei soldi, angosciarli con le rate del mutuo il prima possibile, dire molti no, a dispetto delle convulsioni, e spiegare che il denaro va guadagnato. Vuoi un euro per il tatuaggio del drago alato? Allora, prima, massaggia per trenta minuti le gambe della zia con le vene varicose. Innaffia il giardino tutte le sere, fa’ l’antipulci al gatto, sparecchia, apparecchia, dividi la plastica dall’umido. Solo così non cresceranno viziati e perseguitati dagli assegni a vuoto. Dobbiamo imparare a dire no, e dobbiamo anche accettare che ci odino, di tanto in tanto. Tutto giusto, purché i figli di altri genitori responsabilizzanti non ci costringano a sorridere ammirati di fronte al mercatino che hanno improvvisato sulla spiaggia. Vuoi comprare questo braccialetto di gomma che ho fatto io? No.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.