Matteo Trentin incredulo dopo la vittoria al Tour dell'anno scorso

Gran Italia al Tour de France. A Nancy vince Matteo Trentin, Nibali ancora in giallo

Redazione

Serve il fotofinish a Nancy per decretare il vincitore, e questo sorride agli azzurri e decreta il secondo successo italiano alla Grande Boucle.

Non solo Nibali, l'Italia al Tour è anche altro, Matteo Trentin ad esempio, splendido oggi nel finale di tappa, eccezionale a resistere al ritorno di Peter Sagan. Serve il fotofinish a Nancy per decretare il vincitore, e questo sorride agli azzurri e decreta il secondo successo italiano alla Grande Boucle.

 

Matteo è veloce, lo sapevano tutti, sa soffrire e tenere in salita e ha il dono di non mollare mai. E' gregario però, di quelli veri, di quelli che partono a sessanta all'ora per tirare le volate ai Cavandish o Renshaw di turno, suoi compagni e capitani alla Omega Pharma-Quick Step. E' anche uomo che nelle tappe dove si sale non si risparmia lunghe tirate per gli altri capitani, quelli che puntano alla classifica, quelli come Kwiatowski, che oggi però ha lavorato per lui, lanciandolo intelligentemente allo sprint. Vince Trentin quindi, ma vince anche il ruolo del gregario, di lusso in questo caso, perché l'italiano è uno che nei dilettanti volava in bicicletta e le sue soddisfazioni se le è sempre prese. Applausi a Trentin allora, al suo giorno davanti, come l'anno scorso, a Lione, quando dopo una fuga lunghissima colse il suo primo successo tra i professionisti.

 

L'Italia raggiunge quota due vittorie, veste di giallo e guarda alle fughe, probabili, sui Vogsi nel fine settimana, e alle Alpe, poi, di aumentare il bottino, lasciarsi alle spalle anni di poco e di niente, per riavvicinare quelle posizioni che sembrava aver perso e non poter più recuperare. Sembra avercela fatta quest'anno, ma il Tour si appresta a finire solamente la prima settimana ed è ancora presto per esprimere giudizi e arrivare a conclusioni.

 

[**Video_box_2**]Certa è però una cosa. Il Tour sembra il Giro, per percorsi, certo, ma molto più per il clima. Anno sfortunato questo per i ciclisti. Nelle due più importanti corse a tappe del panorama mondiale è la pioggia e il cattivo tempo a segnare le giornate. E' successo in Italia, a maggio, si ripropone qui, a luglio. Anche oggi strada bagnata, all'inizio, viscida poi. Ci rimettono Tejay Van Garderen, che perde terreno poco dopo il primo Gpm di giornata e lascia sul terreno un minuto dai primi, e Andrew Talansky, che per fortuna a terra ci va entro i tre chilometri finali e quindi in zona franca, ma sfortunatamente ci finisce in volata, a cinquanta all'ora. Il resto è una bella fuga a cinque, che come tutte sinora si sono risolte in un nulla di fatto, e un Contador che mette i suoi compagni a far ritmo sull'ultimo strappo, si affaccia davanti, vede che Nibali gli è dietro e sembra non far fatica e quindi desiste da ogni istinto bellicoso. Lo Squalo gestisce, rimane in giallo e pensa a domani, quando la strada inizierà a salire, anche se non troppo, e qualcuno proverà a inventarsi qualcosa.