Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi (Foto La Presse)

Ecco la proposta del governo: esuberi di Alitalia ridotti a 980

Redazione

Lo ha annunciato il ministro Lupi dopo l'incontro con i sindacati. Entro domani la risposta di azienda e i lavoratori.

Dei 2.251 esuberi del piano industriale Alitalia, 980 andranno in mobilità e utilizzeranno per la prima volta il nuovo contratto di ricollocamento previsto dalla legge di stabilità. Per 250 assistenti di volo è invece prevista la permanenza in azienda con contratti di solidarietà. I restanti 1.021 lavoratori dovrebbero essere ricollocati in altre aziende. E' quanto ha annunciato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, lasciando il tavolo della trattativa in corso tra governo, Alitalia e sindacati.

 

"La nuova Alitalia avrà duemila dipendenti in meno", ha spiegato Lupi lasciando il ministero dei Trasporti. "Mi sembra che il lavoro fatto sia stato un buon lavoro, ora siamo al rush finale". L'obiettivo era "vedere come ricollocare e riassorbire" i 2.251 esuberi iniziali. "Oggi - ha sottolineato Lupi - i dati a cui siamo arrivati sono un grande successo, il numero degli esuberi si è ridotto a circa 980". Sul ricollocamento di circa mille persone, "Alitalia", ha spiegato il ministro, "sta facendo una puntuale declinazione, ma nessuna azienda potrà assumere gli esuberi Alitalia se non ne avrà realmente bisogno".

 

Entro domani, alle 11, Alitalia e sindacati dovranno dare una risposta alle proposte del governo. Prima dell'incontro, Lupi aveva avvisato della ristrettezza dei tempi per poter giungere a un accordo con l'azienda e i sindacati: "Domani entro le 11 dovrà arrivare una risposta definitiva delle parti", aveva detto il ministro. "Sarà infatti presentata la sintesi del lavoro svolto in questi giorni e ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Credo che sia doveroso visto che la prossima settimana verrà a Roma l'amministratore delegato di Etihad, James Hogan e dobbiamo presentarci con una risposta seria: si o no. Come ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non c'e' x o y ma solo il rischio del baratro".