Gad preferisce i mostri veri: cioè Chiellini

Andrea Marcenaro

Quale sia l’impulso potente che muove Lerner all’ammirazione per tutto ciò che è furbizia e scorrettezza malcelata, è materia psicanalitica che esula dalle mie competenze.

Quale sia l’impulso potente che muove Gad Lerner all’ammirazione per tutto ciò che è furbizia e scorrettezza malcelata, è materia psicanalitica che esula dalle mie competenze. Ma di certo non poteva mancare, sul blog del “Bastardo”, un suo puntuale commento dedicato alla superiorità di Chiellini rispetto a Suárez. Ci vuole del talento, per non capire mai un cazzo. Tant’è, fingeremo di scandalizzarci. Perciò. Con tutto il rispetto, quanto al gioco, tra l’uno e l’altro non c’è partita. Se non lo meni con la greco-romana, stravince Suárez, Chiellini è calcisticamente un orango. Non sa che cosa sia la palla. Non sa che cosa voglia dire toccare una palla. C’è qualcosa di male in questo? No. Chiellini è un professionista. Viene pagato non so se tre, o quattro milioni l’anno, per torcere le ginocchia e sconocchiare le tibie a tutti coloro che sanno che cosa sia una palla. Che sappiano toccare una palla. Che amino giocare al calcio e vi siano in qualche modo portati. Di nuovo: c’è qualcosa di male che venga pagato per questo? No. E procediamo. Chiellini, che Dio mi fulmini se non lo inviterei a pranzo, torce infatti ginocchia e sconocchia tibie con diligenza rispettosissima delle ragioni sostanziali del contratto. Le onora, se così si può dire, domenica dopo domenica, un campionato dietro l’altro, una coppa dopo l’altra e Mondiale dopo Mondiale. Perfino nelle amichevoli, tritura.

 

E’ il suo lavoro, lo fa bene. E questo vale. Poi capita (capita spesso) che taluno sfiori lui. Allora non cade, il segaossa per contratto, strapiomba giù, sviene, rotola, muore, invoca il cielo, l’arbitro, la Fifa, la Madonna, la carta dei diritti dell’uomo, strabuzza gli occhi e sembra chi? Suárez dopo il morso. Tre volte alla settimana, moltiplicate per cinque volte a partita, il Garrone-Chiellini fa il Franti, né più né meno che l’uruguagio infame: spacca e chiagne, spezza e fotte. Almeno quell’altro sa giocare. Ma c’è qualcosa di male, anche qui? Dipende. Gli americani, per dire, non lo fanno, tutti gli altri sì. E il problema, alle corte, non è quanto sia furbo l’orango, o meno furbo e più brutale l’uruguagio.  E’ quanto risultino fasulli quelli che la gambetta della santina massacratrice va bene, e la palese bestialità dei denti guai. Quelli che misurano la temperatura alla furbizia. Quelli che lo sgambetto è di Dio, o magari un po’ meno, però sapesse il morso, contessa, quella bestia mi ha morso. Che non distinguono chi ha fame da chi ha appetito. Che li distinguono, anzi, e non sopportano il primo. Quelli refrattari a capire che il merito è il merito, e se non mi riconosci il mio, non essendo cresciuto a Oxford, sai, io sono un indio, allora me lo prendo a morsi. Quelli che dai, si sa, i soliti filibustieri con la pochette, però più sobria assai dei Della Valle. Alla Eco. Che hanno ucciso l’Avvocato, ne hanno tessuto le lodi facendosi la pipì sull’elicottero, e lo uccidono di nuovo da morto per rendere omaggio a una signora come Bianca Guidetti Serra (salvo trascurare, impegnati come sono contro l’evasione fiscale, che quello si portava in Svizzera perfino gli slip. E le ragazzine). Quelli che Suárez fa schifo, infatti morde, De Benedetti mai, rosicchia solo. Vorrei far notare loro una cosa, che sono pessimi consiglieri. Suárez verrà squalificato, e giustamente. Ma i Chiellini che loro assecondano nel raggiro delle pubbliche virtù, e che escono dal mondiale grazie (prego) alle bestie tipo Suárez, faranno sempre una bella fine.

 

  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.