L'intesa Alstom-Ge è un misero calcolo politico di Hollande

David Carretta

Il presidente francese è disposto a spendere 2 miliardi di euro pur di tenere al governo il suo ministro antiglobal, Arnaud Montebourg.

Bruxelles. Il presidente francese, François Hollande, è disposto a spendere 2 miliardi di euro pur di tenere al governo il suo ministro antiglobal, Arnaud Montebourg, ed evitare il rischio di una fronda della sinistra del Partito socialista. E’ questo il prezzo della nazionalizzazione parziale di Alstom, di cui lo stato francese diventerà il maggiore azionista con il 20 per cento, in cambio della cessione al colosso americano General Electric del 100 per cento delle turbine a gas del gruppo. Alstom e Ge istituiranno anche tre società al 50 per cento per le reti intelligenti, le energie rinnovabili e le turbine per le centrali nucleari. Gli americani sono stati costretti a fare altre concessioni che si aggiungono ai 12 miliardi dell’offerta complessiva: mille posti di lavoro in più e la promessa di non chiudere i 27 siti industriali di Alstom energia.

 

“Abbiamo vinto la battaglia”, ha detto trionfante Montebourg. Ma il costo per l’economia francese, e per la stessa Alstom, rischia di essere molto più alto dei 2 miliardi spesi da Hollande per affermare la dottrina dello “stato azionista”. “La nazionalizzazione parziale di Alstom non apporta nulla. E’ puramente politica”, segna una vittoria di Montebourg, ma “non è certo che serva gli interessi della Francia”, ha scritto il Monde nel suo editoriale. La scorsa settimana si erano moltiplicate le voci di una partenza del ministro dell’Economia dal governo. Sconfitto sugli altiforni ArcelorMittal che avrebbe voluto nazionalizzare, costretto a scendere a patti con il produttore di pneumatici americano Titan sulla ripresa dell’impianto Goodyear di Amiens, Montebourg aveva fatto di Alstom una battaglia esistenziale, promuovendo l’alleanza con Siemens, a cui poi si era affiancata Mitsubishi. Ma l’offerta nippo-tedesca non è mai stata all’altezza di quella di Ge. Così, nel momento in cui l’Eliseo si apprestava ad acconsentire alla vendita di Alstom agli americani (anche in cambio di uno sconto sulla multa imposta a Bnp Paribas per la violazione dell’embargo contro Iran, Cuba e Sudan), Montebourg ha minacciato di sbattere la porta e andare a guidare la frangia più a sinistra del Ps contro le politiche liberali di Hollande. Avere uno “stato azionista” non significa nazionalizzare, ma Montebourg ha potuto salvare la faccia. La dottrina dello “stato azionista” ha contagiato anche il primo ministro, Manuel Valls, che domenica ha detto di essere pronto a entrare nel capitale di Ecomouv, la società di Autostrade, a cui è stata affidata la raccolta dell’ecotassa. Pur non avendo i mezzi per la versione tradizionale del socialismo statalista, il governo si sta sostituendo alle famiglie del capitalismo francese a corto di capitali e alle grandi banche a corto di liquidità per intervenire nei settori industriali che ritiene politicamente più sensibili, come Alstom o Psa Peugeot Citroën.

 

[**Video_box_2**]La mente è il segretario generale dell’Eliseo, Jean-Pierre Jouyet. Il braccio è l’Agenzia delle partecipazioni dello stato guidata da David Azéma. Ma il “patriottismo economico” ha effetti controproducenti: “La vittoria di Montebourg può raffreddare ancora di più gli investitori stranieri”, scrive il Monde, facendo eco alla maggior parte degli analisti. La Germania dubita sempre più dell’affidabilità di Hollande, che prima promuove gli Airbus dell’energia e dei trasporti, salvo “mettere i suoi interessi nazionali, davanti a quelli europei”, come ha spiegato l’esponente dei conservatori di Angela Merkel, Peter Ramsauer. Paradossalmente, però, Siemens festeggia, perché Parigi renderà la vita molto più difficile ai suoi avversari sui mercati europei e mondiali. Serviranno mesi per negoziare i dettagli tra Ge, Alstom e il governo francese: “Questo deal occuperà enormemente due dei nostri concorrenti per i prossimi anni”, ha sottolineato l’ad di Siemens, Joe Kaeser.
    Twitter @davidcarretta

Di più su questi argomenti: