Un momento della sfida tra Brasile e Messico (foto LaPresse)

Brasile, quanti problemi da risolvere

Lanfranco Pace

Giro di boa: Brasile-Messico, seconda giornata del primo gruppo. La potenza ospitante aveva meritato l’onesta sufficienza all’esordio dove aveva sistemato con tre gol la pratica della pur brava Croazia. Questa volta rimane a secco.

Giro di boa: Brasile-Messico, seconda giornata del primo gruppo. La potenza ospitante aveva meritato l’onesta sufficienza all’esordio dove aveva sistemato con tre gol la pratica della pur brava Croazia. Questa volta rimane a secco, il Messico tiene benissimo il campo, dà pure filo da torcere a arriva così il secondo 0 a 0 del Mondiale. Non è che abbiano cincischiato anzi, hanno corso tutti come dannati nonostante i 35 gradi e l’umidità che uccide il fiato in gola: questo dice molto delle difficoltà atletiche che le europee incontreranno andando avanti e quanto non sarà facile ribaltare la tradizione secondo cui i sudamericani vincono anche in Europa ma mai gli europei in sud America. Due volte Neymar è andato a botta sicura al termine di azioni limpide di alta scuola, anche Thiago Silva, a cinque minuti dalla fine, con un’inzuccata tremenda da tre metri, praticamente imparabile. Ma ogni volta il portiere del Messico Guillermo Ochoa ha detto no. Ha giocato nel campionato francese, nell’Ajaccio che è appena retrocesso, ha 28 anni, per il ruolo è praticamente un ragazzino, Buffon per dire ne ha 36: dopo queste partita le sue quotazioni sul mercato sono esplose.

 

Le difese  hanno giocato meglio degli attacchi, Thiago Silva (praticamente perfetto)  David Luiz e persino Marcelo da una parte, Hector Moreno e Rafael Marquez dall’altra ma il Brasile non ha scuse: ha un evidente problema a centrocampo, nel luogo nevralgico dove si interdice il gioco avversario e si costruisce il proprio. Né Paulinho né Luiz Gustavo riescono a fare le due cose insieme, anche Hernanes nell’altra partita non è andato al di là della sufficienza. Oscar, il Bebetinho dei tempi nostri, non ha girato come contro la Croazia: così Neymar ha dovuto andare a cercare palla nella sua metà campo sfiancandosi oppure aspettare che gli aprissero  varchi  i difensori, cosa che Luiz e Marcelo hanno fatto con discreta continuità. Anche davanti c’è problema: infortunatosi Hulk, si è visto, a dirla tutta, la pochezza di Fred e di Jo, chiamato a sostituirlo nel secondo tempo.

 

Il Brasile è comunque primo nella classifica del gruppo, quattro punti, una vittoria e un pareggio, a pari con  il Messico ma con migliore differenza reti. Non è molto per chi ha vinto cinque volte il titolo e vuole assolutamente vincere qui ed ora il sesto. Al posto di Scolari però non mi fascerei la testa: di solito gli squadroni che vanno come treni nelle partite del girone e incassano i nove punti dell’en plein alla fine si schiantano. Meglio dunque andare avanti con giudizio.

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  • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.