Ci mancava lo sciopero soft di Landini

Redazione

La Fiom ha inaugurato lo sciopero soft. Lunedì i lavoratori della Maserati di Grugliasco, lo stabilimento del gruppo Fiat che ora opera a pieno regime, sono chiamati a incrociare le braccia per un’ora.

La Fiom ha inaugurato lo sciopero soft. Lunedì i lavoratori della Maserati di Grugliasco, lo stabilimento del gruppo Fiat che ora opera a pieno regime, sono chiamati a incrociare le braccia per un’ora. Motivo? Protestare contro l’accordo tra l’azienda e i sindacati, i quali, Fiom esclusa, hanno stabilito che per far fronte alla sostenuta domanda del mercato si potrà lavorare, su richiesta dell’azienda, il sabato mattina con riposo a turno. Per il sindacato di Landini meglio sarebbe stato procedere con l’estensione del terzo turno, quello di notte. Avere privilegiato il sabato lavorativo, chissà perché, “peggiora la vita dei lavoratori”, assai più che il lavoro notturno. Si parla insomma di flessibilità degli orari (quella che in sostanza ha garantito la permanenza di Ford in Germania). Di qui lo sciopero in versione blitz, forse per sfiducia nella risposta degli operai di uno stabilimento scampato alla chiusura e dove tra pochi giorni torneranno al lavoro 350 cassintegrati di Mirafiori. Intanto la stessa Fiom ha reso noti i risultati del sondaggio tra i dipendenti di Grugliasco da cui “emerge il profondo disagio legato principalmente alle condizioni di lavoro e la richiesta di una presenza sindacale effettiva”.

 

Su 2.000 schede distribuite, però, hanno partecipato all’invito della Fiom solo in 476, poco più del 20 per cento della forza lavoro in una fabbrica che in passato ha espresso una percentuale bulgara di iscritti ai metalmeccanici Cgil. Data la premessa, non stupisce che il 68 per cento delle risposte siano critiche con i sindacati del sì. Al contrario, colpisce che quasi un lavoratore su tre si dica comunque rappresentato dalle altre sigle. Insomma, nonostante l’accordo con la Fiat che ha reso possibile il rientro nello stabilimento di Pomigliano dei delegati Fiom, il sindacato di Landini non dà mostra di volere uscire dall’isolamento autolesionista sia nella partita sulla rappresentanza sia in fabbrica, rifiutando il confronto con l’azienda e l’intesa con gli altri sindacati che si vogliono fare passare come incapaci. In questo modo non resta che l’arma floscia e impopolare dello sciopero. Arma in realtà già spuntata – lo sciopero contro la riduzione delle ferie è stato ritirato – e soprattutto di dubbia e decrescente efficacia di fronte a un’azienda globale come Fiat che finalmente ha tirato fuori dai cassetti i piani di sviluppo in Italia. Dire che è un boomerang è poco.

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