Lesbiche francesi contro l'utero in affitto

Redazione

Libération ha dedicato la copertina di venerdì scorso alla “Pma pour tous!”, con tanto di punto esclamativo (Pma sta per fecondazione artificiale).

Libération ha dedicato la copertina di venerdì scorso alla “Pma pour tous!”, con tanto di punto esclamativo (Pma sta per fecondazione artificiale). Il quotidiano francese della gauche si è così schierato con la richiesta di 343 donne single e lesbiche che reclamano il diritto al figlio senza dover passare per l’illiberale e disdicevole contributo di un padre: provetta di stato “pour tous”, insomma, con allegra indifferenza per le grane che la politica delle riforme “di società” ha portato alla malconcia presidenza Hollande, chiamata a dar seguito a una promessa incautamente fatta nell’ormai lontanissima campagna elettorale del 2012. La logica del “mariage pour tous”, ha scritto su causeur.fr l’editorialista Pascal Bories, deve ormai prepararci alla “scuola materna pour tous” aperta ai pensionati o all’“ospedale pour tous” per i sani: “Le lesbiche fertili sono malate come altri – ironizza Bories – e hanno diritto a un aiuto medico perché non possono procreare tra loro. Presto, un manifesto!”. Senza contare che quel “tous” e non “toutes”, non a caso al maschile, è una dichiarazione di intenti molto chiara.  Vogliamo forse negare il figlio “pour tous” ai maschi omosessuali, negando loro la possibilità di affittare una donna, pardon, un utero?

Gli organizzatori del Gay pride di Lione del prossimo 14 giugno rispondono già con il titolo dell’iniziativa: “Il nostro corpo, la nostra scelta. Diritti dei trans, Pma (fecondazione assistita), Ivg (interruzione di gravidanza), Gpa (utero in affitto) e prostituzione”. Succede però che su quel particolare dell’utero in affitto, scontato nella logica dei diritti “pour  tous”, il movimento francese Lgbt stia litigando. La Francia che ha spiazzato tutti con le sue proteste di piazza e di massa contro le nozze gay e l’introduzione della teoria del gender a scuola fin dall’asilo, sorprende ancora: l’associazione Osez le féminisme 69 e un’altra quarantina di sigle del movimento Lgbt hanno annunciato che non parteciperanno al Gay pride di Lione. La portavoce di Osez le féminisme, Marie Da Fonseca, intervistata da Tempi.it, ha spiegato che  l’utero in affitto “apparentemente porta l’uguaglianza, perché permette anche a chi non può di avere un bambino, ma una simile legge sarebbe dannosa per le donne. L’uguaglianza ci sarebbe solo per i ricchi che possono comprare il corpo delle donne”. E questa si chiama disuguaglianza”. 

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