Speciale online 13:35

Rottami Mondiali

Redazione

Calcioni mondiali da San Paolo e Berlino. Nuovi scontri e proteste in Brasile contro la gestione della massima competizione calcistica da parte del governo brasiliano. Dalla Germania Joseph Blatter apre finalmente una crepa nell’inquietante monolite della Fifa con le sue dichiarazioni alla televisione svizzera RTS a proposito dell'assegnazione della Coppa del Mondo 2022 al Qatar: “La decisione di disputarli nell'emirato? Un errore”.

    Calcioni mondiali da San Paolo e Berlino. Nuovi scontri e proteste in Brasile contro la gestione della massima competizione calcistica da parte del governo brasiliano. Dalla Germania Joseph Blatter apre finalmente una crepa nell’inquietante monolite della Fifa con le sue dichiarazioni alla televisione svizzera RTS a proposito dell'assegnazione della Coppa del Mondo 2022 al Qatar: “La decisione di disputarli nell'emirato? Un errore”. Dopo tre anni e mezzo dalla decisione (2 dicembre 2010) il presidente della Fifa si è accorto che "la relazione tecnica del Qatar diceva effettivamente che, per il periodo dei Mondiali, le temperature sarebbero state troppo alte". Una "scoperta" che potrebbe provocare una rivoluzione nel calendario calcistico del 2022: "E' più che probabile pensare a un'organizzazione del Mondiale in inverno, la data migliore sarebbe la fine dell'anno, dobbiamo essere realisti. Per me, la data va cambiata, perché non possiamo giocare durante l'estate, in Qatar".

    Cambiare assegnazione? Impossibile. Meglio cambiare periodo dell'anno per non scontentare gli emiri che stanno investendo una grande quantità di petrodollari in tutti i maggiori campionati europei tra sponsorizzazioni a squadre e stadi e proprietà di club. Cambiare allora i vertici Fifa dopo l'evidente incapacità di analisi di prevedibili variabili climatiche, come il clima torrido estivo della penisola arabica? Altamente improbabili dato che chi deve eleggere il Congresso sono i rappresentanti delle Federcalcio nazionali che per mandare avanti i loro campionati hanno anch'essi bisogno di investimenti e sponsorizzazioni esteri. Quindi avanti così, e rassegniamoci al fatto di passare probabilmente il 31 dicembre a guardare la nazionale giocare.

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    Blatter adesso dice che fare i Mondiali in Qatar è stato un errore. Ma finché c'era da mangiare a sbafo era un'idea fighissima.

    — Jack O'Malley (@jack_omalley) 16 Maggio 2014

    Se il Qatar è distante, i veri problemi per la Fifa sono in Brasile. A 28 giorni dal via della Coppa del Mondo lo stato sudamericano continua a ribollire rabbia per le mancate promesse del governo. I miglioramenti alle infrastrutture, strutture sanitarie e scolastiche, promessi dall'ex presidente Lula alla presentazione della candidatura all'ospitata mondiale si sono risolte in un nulla di fatto. L'aumento del costo dei trasporti pubblici, l'aumento vertiginoso dei costi per la creazione di stadi e infrastrutture, oltre alle numerose morti (già 10) nei cantieri che ristrutturano e costruiscono gli stadi mondiali, hanno alimentato i malumori all'interno della popolazione che ormai quotidianamente protesta e minaccia azioni di boicottaggio alla manifestazione calcistica. Solo ieri oltre 5 mila senza tetto hanno marciato per le strade di San Paolo, incendiando copertoni e distruggendo alcune automobili parcheggiate chiedendo di avere l'alloggio promesso loro dal presidente Dilma dopo lo sfratto dalle favelas nelle quali risiedevano. In vista della partita inaugurale i movimenti di protesta contano di radunare in piazza almeno 15.000 manifestanti e minacciano: "Entro 28 giorni dovranno risolvere i problemi degli sfrattati", ha avvertito il loro capo Guilherme Boulos, "altrimenti "saranno guai".