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Daredevil, i cinquant'anni di un supereroe noir

Stefano Priarone

Che lo chiamiate Daredevil (“scavezzacollo”), il suo nome originale, oppure Devil (come è da sempre conosciuto in Italia), o anche Diavolo Rosso, il personaggio creato esattamente cinquant’anni fa (il primo numero ha come data aprile 1964) dallo scrittore Stan Lee (lo stesso di eroi della Marvel come Spider-Man, Thor e Hulk, fra gli altri) e dal disegnatore Bill Everett, è un supereroe davvero anomalo.
Intanto, nella sua vita identità pubblica di Matt Murdock, è un avvocato ed è convinto di servire la giustizia (non la Legalità, che è cosa ben diversa) sia nelle aule di tribunale che quando di notte vaga vestito come un diavolo per i tetti di Hell’s Kitchen, storico (e degradato) quartiere di Manhattan dove è cresciuto.

    Che lo chiamiate Daredevil (“scavezzacollo”), il suo nome originale, oppure Devil (come è da sempre conosciuto in Italia), o anche Diavolo Rosso, il personaggio creato esattamente cinquant’anni fa (il primo numero ha come data aprile 1964) dallo scrittore Stan Lee (lo stesso di eroi della Marvel come Spider-Man, Thor e Hulk, fra gli altri) e dal disegnatore Bill Everett, è un supereroe davvero anomalo.
    Intanto, nella sua vita identità pubblica di Matt Murdock, è un avvocato ed è convinto di servire la giustizia (non la Legalità, che è cosa ben diversa) sia nelle aule di tribunale che quando di notte vaga vestito come un diavolo per i tetti di Hell’s Kitchen, storico (e degradato) quartiere di Manhattan dove è cresciuto.

    È un disabile, è cieco, ma non cerca favoritismi: l’incidente che da ragazzino lo ha privato della vista (è stato colpito al viso da scorie radioattive) gli ha anche amplificato tutti gli altri sensi oltre a donargli quello "radar" che gli permette di scorgere i contorni delle cose.
     
    Studente di legge (l’epiteto “scavezzacollo” è ironico, glielo hanno dato i compagni perché, da bravo secchione, non usciva mai a giocare con loro), il padre Battlin’ Jack Murdock, pugile in disarmo, fa molti sacrifici per mantenerlo agli studi: quando invece di perdere apposta un incontro combinato lo vince, visto che è presente il figlio, Battlin' viene ucciso. Matt lo vendica e inizia la strada per diventare giustiziere.

    Ed è pure uno dei pochi character a fumetti dichiaratamente cattolici: senso di colpa, peccato, dannazione fanno parte integrante delle storie.

    Ma quando viene concepito, il personaggio non è così ambizioso né originale. Nasce come una sorta di Batman (è fra l’altro un orfano come lui: padre ucciso, della madre non si sa nulla) della Marvel Comics, ma non il Batman “Cavaliere Oscuro” dei fumetti degli ultimi vent’anni o dei film di Christopher Nolan, piuttosto il Batman giocoso e un po’ demenziale della serie televisiva degli anni Sessanta con Adam West. Sono storie leggere, condite dal tocco di soap opera tipico di Lee che vediamo anche nelle storie dell’Uomo Ragno.
     
    Murdock è titolare con il socio Franklin Nelson - detto Foggy (grassoccio, ingenuo, in piena adorazione dell’amico del quale non conosce la doppia identità) - dello studio legale Nelson & Murdock, è innamorato della bella segretaria Karen Page, e di notte si veste di rosso per combattere criminali spesso ridicoli come Stilt-Man (che compie rapine su trampoli altissimi).
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    Malgrado i disegni di Gene Colan, maestro nel raffigurare spettacolari vedute notturne di New York, la serie diventa davvero particolare solo a fine anni Settanta, quando arriva a scriverlo e disegnarlo un giovane cartoonist del Vermont, Frank Miller, futuro autore di saghe a fumetti famose come “Sin City” e “300”.  Crea Elektra, una killer ninja di origine greca, che è stata il primo amore di Matt ai tempi del college e che adesso si è votata al Male, vera femme fatale.

    Visto che Daredevil vive nello stesso universo dell’Uomo Ragno dai nemici di Spider Man-Miller prende in prestito Wilson Fisk, alias Kingpin, il signore del crimine di New York. Modellato sulle  fattezze del malavitoso Casper Gutman, interpretato da Sydney Greenstreet nel classico film noir “Il mistero del falco”, diventa il suo nemico principale. Si scopre che Matt è stato allenato a sviluppare i suoi ipersensi da Stick, un maestro ninja “buono” del quale è stata allieva anche Elektra (che però si è rivelata carente ed è passata al Male). La serie diventa un autentico noir a fumetti, in una New York dell’Universo Marvel mai così oscura, dove spuntano ninja a ogni angolo della strada.

    Matt, Elektra (la loro passione non si è spenta e lei è divisa fra Bene e Male) e Kingpin giocano una pericolosa partita, destinata a concludersi tragicamente, come ogni noir che si rispetti, con la morte della ninja uccisa dal killer Bullseye (poco importa che poi sia tornata in vita ad opera di altri autori). Lo stesso Miller riprende Elekra nella saga, affascinante e delirante, “Elektra Assassin” ambientata prima del suo nuovo incontro con Matt, disegnata da Bill Sienkiewicz in uno stile pittorico ispirato ai maestri della secessione viennese come Gustav Klimt e il suo allievo Egon Schiele: è anche grazie a loro se si parla di Rinascimento americano del fumetto nei primi anni Ottanta.

    Il Matt Murdock ricreato da Miller è un grande combattente, ma è un uomo fragile, attratto da dark ladies che lo distruggono psicologicamente (non solo Elektra, ma anche altre, come la spia Vedova Nera o la killer schizofrenica Typhoid Mary): la graphic novel, sempre di Miller, “Elektra vive ancora” è un’affascinante parabola su come provare a liberarsi di un amore perduto che si è trasformato in ossessione.

    E un personaggio così non può che essere cattolico, e non solo perché  il quartiere di Hell’s Kitchen è storicamente popolato da irlandesi: quando a metà anni Ottanta Miller torna al personaggio nella saga (stavolta disegnata non da lui ma da David Mazzuchelli) “Born Again”, le simbologie religiose si sprecano. Torna Karen Page ma non siamo più negli ingenui anni Sessanta: è andata a Los Angeles per diventare attrice ma è alla fine è diventata una pornostar tossicodipendente e per pagarsi vende l’identità segreta dell’ex a Kingpin. Matt perde tutto (casa, lavoro, donna, amici), ma in una sorta di parabola cristologica riesce a ritrovarsi e a rinascere: scopriamo anche che la sua misteriosa madre è una suora.

    Il film del 2002 interpretato da Ben Affleck si rivela un flop, Jennifer Garner è bella ma non ha il fascino oscuro di Elektra, però, il Diavolo Rosso ha sempre il suo cantuccio di Universo Marvel: essendo un personaggio tutto sommato “minore” non ha la pressione mediatica di altri, ed è da anni fra quelli scritti meglio, in genere seguendo la ricetta noir di Miller, a volte alleggerendola con tocchi alla Stan Lee. Nella New York della Marvel possono avvenire invasioni aliene oppure un Hulk impazzito può seminare il caos: che se ne occupino i Fantastici Quattro o gli Avengers, Devil ha già fin troppo a che fare con spacciatori, ninja, belle e letali killer e signori del crimine.