Problema d'infiltrazioni

Il misterioso incarico dell'agente segreto russo Strelkov nell'est ucraino

Daniele Raineri

Da due settimane  “uomini in verde” bene armati e addestrati guidano le rivolte cittadine nel sud-est ucraino a favore della Russia che per adesso si consumano senza scoppiare del tutto – per mancanza di una chiara maggioranza e di un sostegno popolare decisivi. Il New York Times scrive che l’Amministrazione Obama conferma ora la tesi sostenuta con forza dal nuovo governo di Kiev: gli “uomini in verde” appartengono alle Forze armate e all’intelligence di Mosca. Alcuni sono stati identificati grazie a foto scattate in altri contesti, mentre prestavano inequivocabilmente servizio come militari russi. Uno di loro ha partecipato con un gruppo delle forze speciali all’intervento in Georgia, nel 2008, e questo mese è comparso a Kramatorsk e a Slovyansk, nell’est dell’Ucraina.

    Da due settimane  “uomini in verde” bene armati e addestrati guidano le rivolte cittadine nel sud-est ucraino a favore della Russia che per adesso si consumano senza scoppiare del tutto – per mancanza di una chiara maggioranza e di un sostegno popolare decisivi. Il New York Times scrive che l’Amministrazione Obama conferma ora la tesi sostenuta con forza dal nuovo governo di Kiev: gli “uomini in verde” appartengono alle Forze armate e all’intelligence di Mosca. Alcuni sono stati identificati grazie a foto scattate in altri contesti, mentre prestavano inequivocabilmente servizio come militari russi. Uno di loro ha partecipato con un gruppo delle forze speciali all’intervento in Georgia, nel 2008, e questo mese è comparso a Kramatorsk e a Slovyansk, nell’est dell’Ucraina.

    Giovedì scorso il presidente russo, Vladimir Putin, ha definito “nonsense” le accuse di Kiev sul ruolo del Cremlino nelle proteste e nelle occupazioni, nel corso delle seguitissime quattro ore di domande e risposte pubbliche che concede ogni anno. In quella stessa occasione, però, Putin ha ammesso che gli “uomini in verde” che a febbraio hanno occupato la Crimea e hanno facilitato il referendum-lampo con cui la penisola si è consegnata alla Russia erano soldati mandati dal governo russo, come sostenuto da tempo dai governi occidentali. Così, questa è la linea ufficiale di Mosca allo stato presente: in Crimea due mesi fa c’erano militari russi, oggi nelle città dell’est ucraino no.
    Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha smentito il ruolo di Mosca nell’Ucraina orientale con più dichiarazioni, ma il patto provvisorio firmato a Ginevra giovedì scorso assegna alla Russia il ruolo di garante della fine delle occupazioni – in qualche modo riconoscendo a Mosca se non la guida diretta delle rivolte, almeno una capacità di controllo.

    Il ministro degli Esteri del governo di transizione ucraino, Andriy Deshchytsya, dice che gli uomini che hanno occupato gli edifici governativi sono armati con un fucile d’assalto – il Kalashnikov AK-100 – che è in dotazione alle forze speciali russe e che non c’è negli arsenali del servizio di sicurezza ucraino che gli aggressori dicono di avere saccheggiato. Il 15 aprile il capo del Consiglio nazionale per la difesa e la sicurezza, Andriy Parubiy, ha annunciato l’arresto di agenti dell’intelligence militare russa (Gru), mandati nell’est del paese a sobillare le rivolte. Secondo un pezzo del KyivPost, un giornale in lingua inglese della capitale, il capo degli agenti russi è Igor Strelkov, ufficiale del Gru, leader del gruppo paramilitare che l’11 e il 12 aprile ha occupato la cittadina di Slovyansk e ha tentato di reclutare soldati e civili ucraini. In quei giorni ha anche ordinato di sparare a una macchina con a bordo militari ucraini.  Strelkov è arrivato in Crimea all’inizio di marzo, avrebbe coordinato la presa delle basi militari e degli edifici dell’amministrazione pubblica locale e ha svolto con discrezione il ruolo di consigliere per la sicurezza di Sergei Aksyonov, il primo ministro crimeano che ha gestito il passaggio alla Russia. Strelkov sarebbe stato incastrato da una telefonata fatta il 14 aprile ai suoi superiori in Russia.
    Ogni notizia in arrivo dall’Ucraina è da vagliare con sospetto. Sulla scena di una sparatoria avvenuta nel fine settimana a un posto di blocco di rivoltosi filoPutin è stato trovato il biglietto da visita di uno dei leader degli ultranazionalisti ucraini di Settore destro, Dmitri Yarosh – ha detto una televisione russa. In questo caso il tentativo di disinformatia è risultato così sfacciato da essere controproducente.

    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)