La costituzionalità dell'eterologa alla prova dell'utilitarismo e dell'equità

Francesco Forte

Si è sostenuto che la legittimità costituzionale della procreazione eterologa è una vittoria dell’etica laica su quella cattolica, ma a me pare che questa affermazione contrasti con vari capisaldi del pensiero laico: con la teoria della giustizia di Rawls, col principio kantiano di agire individualmente come se la nostra condotta fosse perseguita da tutti, col criterio del massimo di utilità secondo la teoria dell’utilitarismo delle regole, che sono tre paradigmi fondamentali “laici” per le scelte costituzionali. Gli attori principali del “gioco” per cui occorre scegliere la regola ottima sono: a) gli embrioni e i loro proprietari di tutte le nazioni; b) le persone sterili della nostra nazione; c) i bambini poveri adottabili della nostra nazione e delle altre nazioni e le loro famiglie; d) le altre persone della nostra nazione, le altre persone delle altre nazioni.

    Si è sostenuto che la legittimità costituzionale della procreazione eterologa è una vittoria dell’etica laica su quella cattolica, ma a me pare che questa affermazione contrasti con vari capisaldi del pensiero laico: con la teoria della giustizia di Rawls, col principio kantiano di agire individualmente come se la nostra condotta fosse perseguita da tutti, col criterio del massimo di utilità secondo la teoria dell’utilitarismo delle regole, che sono tre paradigmi fondamentali “laici” per le scelte costituzionali.
    Gli attori principali del “gioco” per cui occorre scegliere la regola ottima sono: a) gli embrioni e i loro proprietari di tutte le nazioni; b) le persone sterili della nostra nazione; c) i bambini poveri adottabili della nostra nazione e delle altre nazioni e le loro famiglie; d) le altre persone della nostra nazione, le altre persone delle altre nazioni.

    La fecondazione eterologa è dannosa dal punto di vista della teoria di Rawls della giustizia come equità che, come criterio di giustizia, al primo posto mette quello di migliorare la condizione dei meno favoriti. Infatti la liceità di fecondazione artificiale eterologa riduce le speranze di adozione per i meno favoriti appartenenti alle famiglie dei paesi terzi o a quelle del nostro paese; diminuisce inoltre i campi di scelta dei loro familiari e danneggia da ultimo le altre persone a basso reddito dei paesi terzi sovrappopolati.

    Inoltre, va sottolineato che gli embrioni (potenziali nuovi individui) conservati nelle banche del seme non vengono neppure presi in considerazione dal modello di Rawls, in quanto non sono soggetti attuali. E dall’altra parte i loro proprietari non fanno necessariamente parte dei meno favoriti, anzi quasi sempre, almeno dal punto di vista biologico, sono da considerarsi tra gli individui più favoriti. La fecondazione eterologa, favorendoli, aumenterebbe quindi il loro vantaggio sociale, a scapito del criterio di giustizia citato.

    Dal punto di vista dell’etica kantiana, in sede costituzionale la fecondazione eterologa generalizzata consente a chi ne ha diritto perché sterile (una piccola minoranza) di avere un privilegio di scelta che non ha invece chi sterile non è (la grande maggioranza) a livello mondiale. C’è inoltre il rischio che essa possa dare luogo a selezioni eugenetiche, anche se la legge lo vieta, perché il controllo è molto difficile riguardando scelte internazionali.

    La fecondazione eterologa di chi è sterile è infine dannosa dal punto di vista del modello dell’utilitarismo delle regole, applicato per valutare le conseguenze generali delle norme in sede pre-costituzionale. In base a tale modello, poiché il singolo ignora il futuro suo e di tutti gli altri e può quindi “essere chiunque” con la medesima probabilità, sceglierà come regola la soluzione che massimizza l’utilità totale, come somma di quelle individuali equiprobabili.
    In base a un modello di questo tipo – che ha per scopo una soluzione migliorativa a livello medio  – si sceglierà di non ammettere la fecondazione eterologa degli sterili, poiché la probabilità di essere sterili e di desiderare la fecondazione eterologa anziché l’adozione o di rimanere senza figli è molto minore di quella di non esserlo.

    In altri termini, si può dire che mentre l’eventuale adozione è, a popolazione invariata, un modello migliorativo per chi sta meno bene, il modello della procreazione eterologa, a popolazione crescente, lascia invariata la possibilità di migliorare la propria situazione sociale ed economica per una ampia serie di individui. Insomma sotto un profilo generale quest’ultima può considerarsi un modello diseconomico. Ridotto in sintesi: se io non sono ancora nato, preferisco quel sistema che mi consente in teoria la maggiore possibilità di migliorare la mia condizione.
    Attendo che mi si spieghi il principio teorico che dà fondamento laico alla procreazione eterologa, in termini di giustizia o di utilità. Io per ora non l’ho trovato.