Fase due, dopo la Crimea

In Ucraina va tutto come vorrebbe Putin, ecco gli annunci “d'indipendenza”

Daniele Raineri

La giornalista americana Anne Applebaum dice che su alcuni carri armati russi in attesa da settimane oltre il confine orientale dell’Ucraina c’è già la scritta: “Peacekeeping”. E ieri, quando ha sentito le notizie dell’agenzia russa Itar Tass in arrivo da Donetsk, ha commentato: “E’ come assistere a una recita”. Centinaia di manifestanti pro Russia asserragliati dentro il palazzo del governo regionale di Donetsk (un milione di abitanti), in Ucraina hanno chiesto l’intervento temporaneo di un contingente di peacekeeper russi per proteggere la nascita della “Repubblica popolare di Donetsk” e hanno annunciato la data di un referendum in stile Crimea per unirsi alla Russia, il prossimo 11 maggio. A Kharkiv hanno proclamato la regione “Repubblica indipendente”.

    La giornalista americana Anne Applebaum dice che su alcuni carri armati russi in attesa da settimane oltre il confine orientale dell’Ucraina c’è già la scritta: “Peacekeeping”. E ieri, quando ha sentito le notizie dell’agenzia russa Itar Tass in arrivo da Donetsk, ha commentato: “E’ come assistere a una recita”. Centinaia di manifestanti pro Russia asserragliati dentro il palazzo del governo regionale di Donetsk (un milione di abitanti), in Ucraina hanno chiesto l’intervento temporaneo di un contingente di peacekeeper russi per proteggere la nascita della “Repubblica popolare di Donetsk” e hanno annunciato la data di un referendum in stile Crimea per unirsi alla Russia, il prossimo 11 maggio. A Kharkiv hanno proclamato la regione “Repubblica indipendente”.

    Le notizie dall’Ucraina orientale sono fortemente ideologizzate da entrambe le parti ed è difficile dire se di “recita” si tratti o soltanto di un eccellente coordinamento spontaneo tra ucraini dell’est che vogliono diventare russi. Domenica i manifestanti hanno occupato nelle stesse ore edifici governativi – compresa una sede dei servizi segreti con le armi – a Donetsk, Kharkiv e Luhansk, tre città nell’est del paese e vicino al confine, dove l’attrazione per Mosca si sente più forte. Il presidente e il primo ministro del nuovo governo di Kiev pensano entrambi che sia una recita e accusano esplicitamente l’Amministrazione Putin di avere un piano d’azione simile all’annessione della Crimea avvenuta il mese scorso: prima manifestanti occupano le sedi istituzionali (e circondano aeroporti e basi militari) poi chiedono l’autonomia da Kiev e la secessione via referendum, a quel punto le truppe russe intervengono per la necessità inevitabile “di proteggere la stabilità”. Anche il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ieri ha detto che ci sono “le prove che i manifestanti sono stati pagati dalla Russia”. A Kharkiv, alcune centinaia di filorussi hanno occupato in un primo momento il teatro dell’Opera perché lo avevano scambiato per il palazzo della regione – l’equivoco prova che non hanno tantissima dimestichezza con le istituzioni locali.
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    Un ufficiale della marina ucraina, Stanislav Karachevsky, è stato ucciso da soldati russi per un litigio mentre abbandonava una camerata della base in cui prestava servizio. Una settimana dopo l’interruzione della cooperazione con la Russia, la Nato ha annunciato la restrizione dell’accesso degli ufficiali russi ai propri quartieri generali – tranne l’ambasciatore, il capo della missione e due mebri dello staff. Gli altri russi da ora in poi saranno considerati semplici visitatori, con gli effetti del caso. La Lituania e la Lettonia hanno sospeso le trasmissioni di due canali russi dentro i loro confini nazionali, “perché la copertura delle notizie dall’Ucraina era troppo di parte”. I media russi stanno dando ampissimo risalto allo stallo tra manifestanti e governo ucraino.

    In queste ore i governi locali stanno tentando la via del negoziato con gli occupanti, hanno formato gruppi di lavoro e ascoltano la lista delle richieste – tra cui c’è anche la cancellazione delle elezioni presidenziali del 25 maggio, fra meno di sette settimane. Il voto dovrebbe decidere il successore di Viktor Yanukovich, se fosse cancellato sarebbe un segnale a favore della restaurazione filorussa.

    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)