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Anche il Veneto ha il suo referendum

Redazione

Un referendum non lo si nega a nessuno. Soprattutto se il tema in questione è l'indipendenza, anzi la secessione. E così dopo la Crimea ecco il Veneto, quello che un tempo fu la Repubblica Serenissima e che vorrebbero far ritornare tale. Sino al 21 marzo sul sito plebiscito.eu si potrà votare a favore o contro. Sino al 21 marzo sul sito plebiscito.eu si potrà votare a favore o contro. Esattamente come nella penisola sul Mar Nero, senza però invasione, senza schede cartacee, senza Russia alle porte e prospettive d'annessione. Indipendenza (da tutto): questa la missione.

    Un referendum non lo si nega a nessuno. Soprattutto se il tema in questione è l'indipendenza, anzi la secessione. E così dopo la Crimea ecco il Veneto, quello che un tempo fu la Repubblica Serenissima e che vorrebbero far ritornare tale. Sino al 21 marzo sul sito plebiscito.eu si potrà votare a favore o contro. Esattamente come nella penisola sul Mar Nero, senza però invasione, senza schede cartacee, senza Russia alle porte e prospettive d'annessione. Indipendenza (da tutto): questa la missione.

    Come ogni referendum che si rispetti, anche questo ha un fronte per il sì, incarnato da Gianluca Busato, portavoce di Indipendenza Veneta, e un fronte per il no, sostenuto dall'imprenditore Pietro Pecinetti. Il problema è che al momento il punto di vista di Busato è presente nel sito, quello contrario no. Al posto dell'intervento appaiono soltanto poche parole, anonime, quasi non servissero ragioni contrarie: "a breve pubblicheremo le ragioni del Comitato del No".

    La "svolta referendaria" in Veneto ha colpito l'attenzione estera in modo ben più vivo di quanto abbia colpito quella italiana. Ne hanno parlato Telegraph, Daily Express, Daily Mail, Russia Today, Km.ru e la Bbc, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi della situazione in Crimea. Ma l'indipendentismo veneto ha radici antiche, che si svilupparono già nei primi anni 90 all'interno dell'ambiente leghista e che sfociarono in una prima vampata di orgoglio secessionista nel 1997, quando la Liga Veneta Repubblica si scisse dalla Lega Nord, per portare avanti non più il sogno Padania, ma quello storicamente più veritiero della Repubblica Serenissima. L'occupazione del campanile di San Marco e il posizionamento della bandiera con il Leone di San Marco, simbolo della defunta Repubblica, a pochi giorni dal bi-centenario della caduta della stessa, fu senz'altro l'accadimento più significativo.

    Ma i referendari di oggi hanno perso parte della memoria storica degli indipendentisti di ieri. Busato cita il moderno indipendentismo, quello post Fronte Marco Polo, post occupazione del campanile. O almeno così sostiene il portavoce. "Il progetto indipendentista moderno è stato concepito nella propria prassi da alcune persone inizialmente costituitesi nel Partito Nasional Veneto, che quindi hanno dato vita ai principali movimenti indipendentisti nati negli ultimi anni (Veneto Stato, Indipendenza Veneta)". E così l'indipendentismo è nuovo, il passato eliminato, il referendum ormai iniziato.