Sedetevi, rilassatevi e leggete questo articolo sul vostro smartphone

Michele Boroni

Una delle tante cose che ci ha insegnato la rivoluzione generata dal web e dai media digitali è quella di non adagiarsi sui luoghi comuni; anzi, sono proprio questi, compresi quelli supportati da un “sano buon senso”, i primi a essere prontamente smentiti. Per chi ha avuto modo di lavorare su siti web, il primo avvertimento perentorio che arriva da quelli-che-ne-sanno è il classico “mi raccomando, testi brevi” seguito da tutta una serie di acute osservazioni sulla bassa soglia di attenzione del lettore, l’occhio che si stanca a guardare lo schermo, lo scorrimento del testo visto come la peste bubbonica, eccetera.

Vietti Le news in 10 secondi su Instagram. Bbc e Nbc ci credono (e investono)

    Una delle tante cose che ci ha insegnato la rivoluzione generata dal web e dai media digitali è quella di non adagiarsi sui luoghi comuni; anzi, sono proprio questi, compresi quelli supportati da un “sano buon senso”, i primi a essere prontamente smentiti.

    Per chi ha avuto modo di lavorare su siti web, il primo avvertimento perentorio che arriva da quelli-che-ne-sanno è il classico “mi raccomando, testi brevi” seguito da tutta una serie di acute osservazioni sulla bassa soglia di attenzione del lettore, l’occhio che si stanca a guardare lo schermo, lo scorrimento del testo visto come la peste bubbonica, eccetera.

    Ecco, tutto da rivedere.
    Ce lo dicono quelli di BuzzFeed, il sito più popolare e rivoluzionario degli ultimi anni, nato come sito di gattini, immagini buffe e listicle (articoli-listoni tipo “Le 24 cose che puoi fare solo da ubriaco”, 1,5 milioni di visualizzazioni in un solo giorno) e che oggi dopo aver assunto il Premio Pulitzer Mark Schoofs, specializzato in giornalismo investigativo insieme ad altri stimati giornalisti, è visto come punto di riferimento per come muoversi sul web, dall’alto dei suoi profitti e 130 milioni di fedeli utenti.
    Sul sito fondato nel 2006 da Jonah Peretti stanno infatti aumentando, giorno dopo giorno, gli articoli con una lunghezza superiore alle ventimila battute (il pezzo che state leggendo è di 3.531) con una media di un milione di views. Qualche giorno fa l’articolo di trentamila battute intitolato “Perché ho comprato una casa a Detroit per 500$” – un articolo serio, quindi – ha raggiunto un milione di visualizzazioni, 132 mila like su Facebook e più di 4 mila condivisioni su Twitter.

    La cosa fa piuttosto riflettere, considerando poi che poco più del 50 per cento delle visite provengono da persone che accedono da dispositivi mobili, e se le persone che hanno letto il pezzo su tablet si sono soffermate per circa dodici minuti, quelli al telefono hanno speso più di venticinque minuti, cioè un’eternità al tempo di internet.

    Gli avvertimenti degli espertoni del web per la lettura di un articolo su computer, se applicati agli smartphone raggiungono vette del tipo “sui telefonini al massimo si leggono due-tre tweet da 140 battute ciascuno”.

    Intanto arrivano dagli Stati Uniti una serie di ricerche indicanti che otto persone su dieci preferiscono vedere serie e show tv on demand sugli smartphone piuttosto che in diretta sul televisore. Insomma, il cosiddetto second screen rischia in breve tempo di guadagnare il primo posto nella fruizione di contenuti video.

    Ma rimaniamo sugli articoli e sulla lettura. Il direttore di Buzzfeed Ben Smith, intervistato dall’Atlantic, sostiene che il fascino dello smartphone è quello di essere sempre con noi, in ogni momento e in ogni luogo, e che addirittura lo scroll sui dispositivi touch è sempre più un piacevole gesto rituale, antropologicamente legato a quello degli antichi con la pergamena.

    La chiave del successo di BuzzFeed, quindi, non è solo quella di avere intuito che la chiave di tutto è realizzare contenuti “da condividere” con gli altri, ma anche l’aver fatto cadere il tabù della lunghezza, se supportata dalla qualità dei contenuti.

    Visto che anche qui in Italia ultimamente sono molti gli editori costretti a credere nel digitale, è bene che capiscano come le granitiche certezze sono le prime a essere spazzate via. E infine mettersi nell’ordine d’idee che esistono sempre più persone che quando hanno del tempo a disposizione, si siedono, si rilassano e leggono un lungo articolo sul cellulare.

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