Finalmente un Travaglio che si fa ascoltare e riascoltare con piacere

Stefano Pistolini

E che, per carità, vizi e trionfi dei padri non ricadano sui figli! Perciò sbrighiamoci a dare imparziale presentazione all’uscita del videoclip “Com’è bello fare il rapper” (“scrivo, studio, mi rilasso / e mi chiedo che fai tu? / batticuore a più non posso / a te non batte più”) a firma di Trava, 18enne nuova voce hip hop che all’anagrafe fa Alessandro Travaglio, è il figlio di Marco e non ha sentito alcun bisogno di mascherarsi sotto pseudonimi più fantasiosi. Guardate che è una scelta da fare: lo scambio funziona tra l’attenzione gratuita che ti viene dedicata per vedere come lo fa il figlio di quello famoso e, d’altro lato, la galleria di smorfie e ammiccamenti, i carichi di antipatia e i plotoni di hater che non te lo perdonano il papà in prima pagina e, per bilanciare, pensano a spalarti un po’ di palta addosso.

    E che, per carità, vizi e trionfi dei padri non ricadano sui figli! Perciò sbrighiamoci a dare imparziale presentazione all’uscita del videoclip “Com’è bello fare il rapper” (“scrivo, studio, mi rilasso / e mi chiedo che fai tu? / batticuore a più non posso / a te non batte più”) a firma di Trava, 18enne nuova voce hip hop che all’anagrafe fa Alessandro Travaglio, è il figlio di Marco e non ha sentito alcun bisogno di mascherarsi sotto pseudonimi più fantasiosi. Guardate che è una scelta da fare: lo scambio funziona tra l’attenzione gratuita che ti viene dedicata per vedere come lo fa il figlio di quello famoso e, d’altro lato, la galleria di smorfie e ammiccamenti, i carichi di antipatia e i plotoni di hater che non te lo perdonano il papà in prima pagina e, per bilanciare, pensano a spalarti un po’ di palta addosso. In effetti di figli di famosi in circolazione ce ne sono un esercito, evidentemente hanno più confidenza degli altri con gli strumenti della comunicazione e poi gioca sempre la sua parte il fatto che a 18 anni fai quel che ti pare, che i vecchi lo vogliano o meno, che ti lascino libero o ti consiglino di non provarci.

    Il bello è quello: Marco Travaglio sta sulle balle a un sacco di gente? Se sei suo figlio, probabile, lo vivi come un ronzio più o meno fisso che sale d’intensità quando sei dalle parti di casa, ma si allenta quando stai con gli amici. E questo tran tran è un prodotto dei tempi, allorché di mestiere si fa i personaggi pubblici, ma poi in privato si tiene famiglia, i ragazzi crescono e a parecchi di loro piace la musica rap. Detto questo Trava ha una bella faccia simpatica, si mette Torino sullo sfondo, ha una crew che gira bene, con la quale s’è già fatto una reputazione e le sue apparizioni (Fabri Fibra, Two Fingerz). Nel video si mostra nel modo più classico, primo piano e sguardo in macchina, senza le raffinatezze di certo nuovo rap teenageriale americano, dove il gioco video è quello del lo-fi “d’autore”. Trava piuttosto mette in mostra un paio di doti notevoli: prima di tutto un gran flow – la capacità di rappare infilando le parole l’una dietro l’altra – fast & furious (“non ci sono trucchi”, risponde orgogliosamente lui a chi su YouTube l’ha accusato subito di averci marciato e di aver accelerato il suo rap con gli artifici digitali oggi disponibili).

    In secondo luogo mette giù un pezzo orecchiabile, con una strizzata d’occhio al recente remake di Bob Sinclair del trash-capolavoro “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù” della Carrà, con l’intenzione di presentarsi a chi non lo conosce (“Parlo di sorte, parlo di morte / roba che può succedere a volte”), di citare i modelli (“novantatré fratè i Sangue Misto”), di descriversi (“appaio dovunque non a ‘Chi l’ha visto’ / fumo le Winston, resto al mio posto / su da Torino mica da Boston”), si espone perfino in tracce biografiche delicate e ben dette: “Sono il tuo sogno più grande e più infranto / sogno e ricordo quello che ho visto / dall’annozero parlan di Cristo / poi ci sono dubbi in famiglia / nessun problema ascolta mille miglia / ma se fai pena come marito / cerca di esser migliore da amico”). Se la rappa degnamente e tira dritto preciso, dj Trava. L’esordio funziona, poi chissà. Solo, non fatelo a pezzi. Non si fa. Ma forse sono parole sprecate. Per Trava il domani è già il gossip e a salvarlo possono pensare solo i suoi amici, quelli di 18 o giù di lì, come lui. Ma, dicevamo, Trava ha la faccia da dritto e cammina col passo di Compton che adesso nemmeno a Torino sembra più strano. Per questo gli auguri sono di rito. Per il resto, da domani, lo proteggano Afrika Bambaataa e il fantasma di Tupac.