Una birra per Kim Jong-un

Redazione

Chissà come ha preso il “nein” dei tedeschi Kim Jong-un, il leader nordcoreano, quando ha chiesto alla Paulaner di aprire una birreria bavarese a Pyongyang. Una richiesta legata al fatto che l’azienda che produce la storica weiss dei frati di Monaco ha annunciato da poco l’apertura di dodici locali in giro per il mondo, comprese Mosca e Sanpietroburgo, oltre ai ventuno beer garden già attivi in Asia. Ma per Pyongyang “non c’è nessun progetto”, fanno sapere dalla Paulaner, senza aggiungere altro

    Chissà come ha preso il “nein” dei tedeschi Kim Jong-un, il leader nordcoreano, quando ha chiesto alla Paulaner di aprire una birreria bavarese a Pyongyang. Una richiesta legata al fatto che l’azienda che produce la storica weiss dei frati di Monaco ha annunciato da poco l’apertura di dodici locali in giro per il mondo, comprese Mosca e Sanpietroburgo, oltre ai ventuno beer garden già attivi in Asia. Ma per Pyongyang “non c’è nessun progetto”, fanno sapere dalla Paulaner, senza aggiungere altro. E non si sa quindi se il diniego sia connesso a motivi strettamente commerciali oppure ci sia un qualche imbarazzo ideologico, legato per esempio all’ultimo rapporto della Fao secondo il quale almeno 2,8 milioni di nordcoreani sarebbero senza cibo.

    Ma che alla dinastia dei Kim in Corea del nord piacesse sbevazzare, più che sfamare i propri cittadini, era chiaro da tempo. Il leader Kim Jong-un, morto nel 2011, aveva una grande passione per il cognac francese Hennessy – a metà degli anni Novanta la Corea del nord spendeva per il Palazzo di Pyongyang ottocentomila dollari l’anno di acquavite di lusso, con un bel guadagno per la compagnia francese. Lo scorso aprile un lungo pezzo del New York Times raccontava il tortuoso progetto del cinese Harry Kim per l’apertura di un birrificio a Chongjin, una città di mare sulla costa nord-orientale della Corea del nord. E l’imbarazzo ideologico c’è anche quando si ricorda che l’unica etichetta di birra completamente made in Corea del nord è in realtà una produzione tedesca. La Taedonggang prende il suo nome dal fiume Taedong che bagna la capitale Pyongyang ed è “il fiore all’occhiello della Repubblica popolare nordcoreana”, dice uno dei rari spot pubblicitari che vengono trasmessi alla tv di stato. Un fiore quasi completamente tedesco. Nel 2000 le attrezzature della dismessa fabbrica di birra Ushers di Trowbridge, in Inghilterra, furono vendute alla Corea del nord per 1,5 milioni di sterline attraverso l’opera del broker tedesco Uwe Oehms, che si occupò in seguito di formare gli operai nordcoreani e istallare tutta l’apparecchiatura (tedesca) all’interno della fabbrica, ormai attiva dal 2002.